L'Evoluzione

Questo brano proviene dall’archivio di una nostra Accademia e reca nella prima pagina la seguente avvertenza: Quest’opera sull’evoluzione fu predisposta dal "Collegio Operante" perché venisse studiata e adottata nelle Logge e Riti Massonici col duplice obiettivo:
- tentare di riportare alle origini iniziatiche la involuta Massoneria Mondiale e italiana in particolare;
- avviare verso un alto scopo nella vita coloro che, pur appartenendo alla Famiglia Massonica, si affacciassero alla porta della nostra Schola.
La divulgazione di quest’opera fu affidata al Maestro Eiael (Giovanni Pica), Sovrano Gran Commendatore del Rito, autorizzandolo a pubblicarla col suo nome profano sotto il titolo Ordo ab chao (Sulla evoluzione). La si ripropone ai Maestri di Myriam ammessi agli studi superiori con l’avvertenza che se il concetto di evoluzione non fosse da loro ben compreso e assimilato si precluderebbero l’ulteriore proseguimento degli studi.


Breve esposizione della materia
 fino all’umanizzazione


Al fine di agire consapevolmente per il domani è necessario conoscere il cammino che l’uomo ha percorso, per scoprire quali sono le leggi che hanno guidato il processo evolutivo e la direzione che esso ha seguito.
Conosciute quelle leggi, compresa la direzione evolutiva della vita universale, l’individuo può guardare al futuro con sicurezza: applicando le une e operando attivamente per accelerare la realizzazione dell’altra, con i mezzi che l’esperienza delle generazioni e l’investigazione della natura gli mettono a disposizione, egli può inoltrarsi coscientemente sulla strada dell’evoluzione umana, evitando gli ostacoli frapposti dall’ignoranza e dalle passioni egoistiche.
Bisogna restituirsi a se stessi, scoprire quali sono effettivamente le proprie forze, sapere utilizzare la propria volontà, libera dai desideri e dalle passioni, per un’opera di revisione dei più alti valori umani, al di là di ogni preconcetto politico e religioso. Le autorità religiose e politiche non assolvono la loro missione naturale: invece di indicare quali siano i mezzi per liberare l’umanità dalle più elementari necessità della vita, al fine di instaurare qui sulla terra la fratellanza universale, esse agiscono in una maniera tale da determinare il più pericoloso disorientamento delle coscienze mentre la scienza sperimentale si avvia alla conquista sempre più ampia delle leggi naturali, preparando fra l’altro terribili mezzi di distruzione.
Ora, tali conquiste di pensiero, che potrebbero e dovrebbero essere applicate unicamente al miglioramento della condizione umana, richiedono sempre più urgentemente che l’individuo si emancipi dai condizionamenti passionali, per porsi in grado di utilizzare la sua scienza e la sua forza a beneficio di tutti.
La scienza dell’evoluzione umana permette di precorrere le fasi del progresso naturale e ha le sue leggi nelle leggi stesse del generale processo evolutivo della natura universale: questa scienza, che conferisce all’uomo la chiave della sua essenza, che lo rende cosciente della sua struttura reale, delle sue facoltà e dei suoi fini, altro non è che un mezzo per accelerare l’evoluzione dell’individuo e, di riflesso, della collettività. Se non si comprende profondamente l’idea evolutiva, è impossibile afferrare le leggi che regolano il cammino progressivo che l’uomo deve percorrere per uscire dal mondo degli effetti ed entrare in quello delle cause, in un meccanismo di autodeterminazione voluta e cosciente.
Lasciando alle ricerche future il compito di approfondire il problema cosmologico, noi dobbiamo concentrare l’attenzione sulla storia della vita, che si presenta ai nostri occhi come l’evoluzione continua, accomunante il mondo organico a quello inorganico. L’idea evolutiva stabilisce un ordine progressivo fra materia, vita e mente. Il salto dall’inorganico all’organico è prodotto da un lungo progresso graduale che sfocia in un’alterazione dell’equilibrio preesistente. Si forma così un nuovo equilibrio in cui si affermano nuove qualità e possibilità di azione.
Le diverse maniere di combinazione degli impulsi che si incidono sulla materia sono la causa delle mutazioni. Al grande salto che porta alla formazione della materia organica l’osservazione scientifica aggiunge quello dell’umanizzazione: cosicché il nostro sguardo spazia da un’estrema semplicità, ancora inafferrabile, della materia luminosa ai primi corpuscoli elementari di segno opposto, positivi e negativi, che ascendono in una catena continua, ai corpi semplici, dagli atomi di idrogeno a quelli di uranio, ai corpi composti con le masse molecolari in progressivo aumento, alla crisi di queste masse che sopraggiunge quando si arriva a quel valore oltre il cui limite appare ciò che comunemente si definisce come «vita». L’universo si presenta dunque come una massa di materia-energia in trasformazione continua dal semplice al complesso, verso stati di organizzazione sempre maggiore quantitativamente e qualitativamente.
La fase relativamente recente dell’evoluzione della materia-energia è riflessa nello sviluppo del sistema nervoso degli esseri viventi. L’albero della vita presenta un aumento e un perfezionamento continuo della cerebralità, che si manifesta in una tendenza costante dei gangli nervosi a riunirsi e a ingrandirsi in direzione della testa, parallelamente allo sviluppo di una progressiva complessità degli istinti. Il differenziarsi e il raffinarsi della sostanza nervosa, il succedersi di forme sempre più evolute di cerebralità, gli istinti che si hanno più complessi sono tutti fenomeni che conferiscono un particolare significato all’evoluzione della vita, mostrando come essa non si compia a caso, ma seguendo una direzione e una finalità precise, verso il progressivo aumento di una interiorità. Sicché la semplice constatazione che nell’uomo esiste una dimensione interiore implica che nell’intera gamma degli esseri debba riconoscersi, in misure sia pure infinitesimali, questa stessa proprietà interiore.
Ora, dal momento che la storia della evoluzione si muove verso una progressiva individuazione di questa interiorità, dagli esseri più elementari ai più complessi, dobbiamo dedurre che non v’è interruzione tra le forme più grossolane di materia-energia e la mente umana e che la conquista della riflessione cosciente da parte dell’uomo è un prodotto e una fase del processo evolutivo della natura.
Dalla forza bruta ai primi bagliori dell’ingegno, dal mostro preistorico all’uomo, il dominio della Terra è passato nelle mani dell’essere che aveva più sviluppata dentro di sé questa interiorità. Ma il cammino si protrae ancor più, indefinitamente, verso un futuro che non ha fine. Intanto l’anima dell’uomo proietta la sua ombra sull’intero globo terrestre: la sua materia sottile e mobile è uno strumento potentissimo nelle mani di quell’essere che, grazie a essa, si avvia a divenire il re dell’universo.
L’anima come prodotto dell’evoluzione
della materia

L’anima è lo stato evoluto della materia, della quale, dopo miliardi di anni, ha finito col costruire la parte più perfetta nella specie umana. Essa è la lastra sensibilissima e impressionabilissima su cui sono confluite tutte le incisioni dei corpi, determinando l’evoluzione delle sensazioni in forme più ricche e affinate. Dalla formazione della Terra a quella dell’anima, la trasmutazione della materia in energia sempre più sottile è la trama dell’intero processo evolutivo. Ma tale trasmutazione non finisce con l’umanizzazione: lo psichismo umano continua a evolversi incessantemente e con ritmo accelerato, arricchendosi e potenziandosi mediante l’uso delle forze naturali e l’affinamento della sensibilità.
A mano a mano che l’umanità procede nel suo cammino, aumentano parallelamente e di riflesso le esigenze di stati di stati di equilibrio sempre nuovi fra gioia e dolore, bene e male, vita e morte. La sensibilità, affinandosi, diventa sempre più esigente.
Dalle caverne alle metropoli, dal coito bestiale all’amore disinteressato e generoso, l’evoluzione presenta un analogo sviluppo, in ogni campo, di questa unica realtà: la spinta della necessità, impulso inconscio verso il meglio, ha fatto avanzare l’uomo in una ricerca continua di nuovi equilibri fra le polarità dell’essere; e questa ricerca si riflette nell’affinamento del mondo interiore umano. A un’esigenza ne succede un’altra di ordine meno grossolano, poiché a ogni desiderio consumato fa seguito un’aspirazione nuova.
Dagli studi sul magnetismo animale a quelli sui fenomeni paranormali e alle ricerche psicologiche, nell’epoca moderna si è venuti via via constatando l’esistenza di forze prima ignorate e di un’altra vita all’interno dell’uomo. Se da millenni le religioni parlano dell’anima, solo oggi un largo strato di umanità sta divenendo cosciente, al di là di ogni fede, della realtà interiore. Infatti le leggi dell’anima, patrimonio degli antichi sacerdozi, prima che essi decadessero e si involvessero, sono ora oggetto della comune investigazione scientifica.
Lo psichismo non si esaurisce nella sola parte cosciente, ma è costituito da un fondo inesplorato infinitamente più vasto del dominio della coscienza. Questo immenso serbatoio, in cui sono incise tutte le impressioni, le idee, le forme cadute nell’oblio rappresenta la grande massa psichica prodotta dalla materia umana in evoluzione. Come in ogni cellula è inciso un codice che ne determina funzioni e attività (DNA), così in ogni organismo complesso esiste una materia sottilissima e impalpabile che tutto registra e trasmette e che, in virtù delle sue potenti energie trasformatrici, è un’attiva produttrice di fenomeni la cui realtà è ormai sotto gli occhi di tutti. Gli scienziati dirigono da tempo le loro ricerche sul vasto campo dei fenomeni paranormali e cercano di scoprire in quale maniera il cervello umano riesca a produrre un fattore, tuttora sconosciuto, dotato di una forza e di una finalità propria.
Attraverso il cammino naturale delle nascite e delle morti la materia animica ha finito col costituire una seconda personalità completa all’interno dell’uomo; completa, perché essa ha la facoltà di agire al pari della personalità esteriore e superficiale ed è dotata delle stesse caratteristiche che questa ha quando è ragionante e cosciente: essa vede e sente con un senso che è la sintesi e il prodotto raffinato dei cinque sensi fisici; riceve e trasmette immagini e impressioni; conserva incise, occultate alla coscienza per un tempo indeterminato, forme o idee che non cessano di influire sulla condotta di vita; interferisce nello stato di veglia e, quando la coscienza è addormentata, svela i suoi contenuti nel sogno.
Repressa, inibita dall’uomo ragionante, essa riaffiora in mille maniere e in modo inaspettato, spezzando, spesso gravemente, l’equilibrio superficiale che questi si è fabbricato, condizionato dall’educazione e dal costume di un’epoca e di un ambiente.
Ciò che la scienza deve ancora scoprire – e che è un insegnamento fondamentale delle grandi religioni, non teorico o astratto ma pratico e sperimentale – è proprio che nell’abisso di questo mondo interiore occulto parla una voce che trascende ogni epoca e ogni ambiente: «fui, sum, ero».
Esiste un particolare stato dell’intelligenza umana, che gli antichi chiamarono Thot, Nebo, Hermes, Mercurio, Lucifero e i cristiani Spirito Santo, le cui leggi l’uomo deve arrivare a scoprire.
E’, infatti, in questo stato che l’intelligenza si trasmuta in forza e agisce dando vita ai più vari fenomeni che la scienza non è ancora in grado di spiegare. A mano a mano che questo stato si consolida e si fissa in lui, l’uomo vede il mondo interiore ed esteriore in dimensioni del tutto nuove, poiché tutte le incisioni e le incrostazioni dell’ambiente cadono progressivamente.
Il «nosce te ipsum» può allora diventare una realtà, perché il demone può far intendere la sua voce, rischiarando la mente umana con una luce tramutabile nella forza più potente che l’uomo abbia mai posseduto.
Riassumiamo i seguenti punti fermi, facilmente assimilabili dalla media umana attuale: l’esistenza di una vita interiore, di cui l’uomo è per gran parte all’oscuro; la qualità energetica dello psichismo, che si riflette in una vasta gamma di fenomeni ancora per la massima parte inesplorati; un dinamismo psichico orientato che ha per finalità stadi sempre superiori di coscienza. Tale ultima idea appare il logico sbocco dell’idea evolutiva: esiste un processo unico, le cui origini si perdono nei tempi, che constatiamo nella sua fase di sviluppo attuale e che non cessa di bruciare le tappe del suo cammino in noi e fuori di noi con un ritmo sempre più accelerato. Davanti ai nostri occhi il mondo si trasforma: gli orizzonti della scienza si allargano smisuratamente e la nostra esperienza può compiersi oltre i confini dello stesso globo terrestre; gli orizzonti della storia abbracciano in una forma sempre più unitaria tutti i popoli della terra. Dentro di noi pure qualcosa di grande sta avvenendo, alle soglie – come siamo – della scoperta di una nuova dimensione interiore: un fondo di energia, che s’inoltra fino alle sorgenti stesse della vita, attende che la specie più evoluta del mondo vivente, questo «miraculum magnum» che è l’uomo, s’incammini nella nuova fase dell’evoluzione verso la creazione, libera e cosciente, dell’umanità futura.
L’evoluzione futura
All’ordine esteriore del mondo visibile, costruito via via dall’uomo con l’investigazione della natura e la trasformazione dell’ambiente corrisponde un ordine interiore, vale a dire una coscienza progressiva e una progressiva possibilità di dominio della materia psichica. Allargare l’ordine mentale nella zona d’ombra del nostro essere, ancora per massima parte inesplorata, significa applicare ulteriormente la legge evolutiva. In quest’opera si esplica l’attività creatrice dell’uomo, perché creare è dare forma, ordinare, e la scoperta di leggi ancora ignota è fonte di nuovo potere.
La presa di coscienza corrisponde a un allargamento del dominio della volontà. Al caos interiore l’uomo deve sostituire l’ordine: in tal modo egli potrà eliminare gradualmente la necessità esteriore e interiore inconscia, divenendo egli stesso il creatore del suo essere e del mondo che lo circonda.
Una cosa è certa: il godimento della vita non appaga più l’uomo evoluto, se è ristretto all’ordine dei bisogni materiali; una insoddisfazione crescente e costante stimola l’individuo verso qualcosa che va sempre più oltre; l’uomo si fa più esigente a mano a mano che esperimenta e conosce; la caduta di tante inibizioni millenaria non ha aperto le porte della felicità; l’anima richiede un cibo più ricco.
Oggi l’uomo è in grado di affrontare la sua grande avventura interiore, poiché ha acquistato una più larga cognizione della sua natura. Così, ha iniziato a fidarsi delle sue sole forze, poiché ha capito che nessuno può aiutarlo, se non si aiuta egli stesso; ha intuito che la responsabilità dei suoi atti ricade unicamente su di sé. L’infanzia dell’umanità sta per concludersi e, per alcuni già si è conclusa. La figura di un padre onnipotente e previdente che premia e castiga, ente personale trascendente l’ente universale, non soddisfa più l’intelletto; essa ci appare a volte come una rinuncia alla nostra sete di sapere, che si arresta di fronte all’ignoto, a volte come il rifugio cui ci spinge la paura della morte. Su questo essere trascendente, creatore dal nulla dell’universo, della vita, dell’anima, l’uomo ha proiettato la sua paura e la sua ignoranza: si è fabbricato un idolo che gli è servito a contenere e trasformare la sua parte animale, incanalando le sue energie verso fini superiori della più bassa passionalità, per timore di cadere preda della collera e della giustizia divina, ma, d’altro canto, ha scavato un abisso fra il divino e l’umano, fra lo spirito e la materia, fra il bene e il male, fra la fede e la scienza.
L’idea di un ordine progressivo tra materia, vita e mente ci propone un ente universale in continua evoluzione nelle sue parti, in cui tutto è materia in trasformazione. Materia e psiche costituiscono un tutto unico e, quindi, bene o male,cielo e terra, non sono che aspetti diversi di un’unica energia che si trasmuta: le forze sono materia; la luce è materia; l’odio è materia, l’amore, dalle sue forme più rozze e bestiali fino a quelle più pure e generose, è materia. L’idea evolutiva porta implicita in sé l’ipotesi di un divino o di un superumano dell’uomo, di un super-personale nel personale, di un infinito nel finito.
L’abisso si colma nell’intuizione di un’unica legge che abbraccia, in un equilibrio costante, tutti gli aspetti dell’essere e tutti i piani dell’esistenza.
Questa legge universale si presenta come una necessità che spinge ogni cosa al suo fine naturale: la storia dell’evoluzione ci dice che la riproduzione della cellula non avvenga che per necessità, poiché, se non si dividesse in due, essa non potrebbe sopravvivere oltre un certo limite alla sua attività assimilatoria; e ci dice pure come l’associazione delle particelle viventi in organismi sempre più complessi sia anch’essa un prodotto della necessità, affinché l’espansione della vita procede in nuclei sempre più autonomi e differenziati. La stessa varietà delle esperienze, i tentativi apparentemente falliti, i rami più o meno secchi dell’immenso albero della vita non sono determinati dal caso: se in superficie non è possibile scorgere un ordine in questa materia che lotta, si divide, si divora, in profondità si riconosce l’efficacia dell’energia vitale che si spinge continuamente ai limiti delle sue possibilità sotto lo stimolo costante di una necessità esterna cui nulla si è potuto sottrarre fino all’emersione della specie umana. Non che l’uomo possa violare la legge unica dell’universo – il Dio delle tradizioni religiose – ma può tramutarla da una necessità inconscia, quale essa è nel regno animale, in una volontà libera e cosciente, mediante quella possibilità interiore che in lui si è venuta creando in una forma sempre più netta, per progressiva sublimazione della materia.
Tramutare questo pensiero in azione, tradurre in fatto questa nuova parte della legge universale, trasformarsi, affrancati dalla necessità esterna e inconscia, nei soggetti coscienti e liberi dell’opera evolutrice, questa è la nuova idea da trasformare nelle giovani generazioni per aprire loro la mente e convogliare le loro forze alla realizzazione di un fine superiore. Le grandi religioni e gli ordini iniziatici non hanno mai avuto altro fine che questo: l’avvento del regno divino è un’espressione simbolica che vuole indicare all’uomo la possibilità che egli ha di trasformarsi in un creatore, padrone del proprio destino, costruttore di un universo in cui sia legge la sua volontà, nella misura in cui riesce a incarnare la LEGGE una.
Per realizzare quest’opera occorre che si stabilisca un diverso rapporto fra la realtà interiore e l’ambiente che condiziona pensieri, parole e azioni; un rapporto rovesciato, per cui è appunto questa realtà interiore che condiziona a sua volta e dirige l’essere umano e l’ambiente in cui vive.
Per far ciò l’uomo deve scoprire non una verità teorica, ma un potere reale della psiche sulla materia, un segreto pragmatico che può trovare sperimentalmente chi abbia il coraggio di liberarsi di tutti i condizionamenti dell’educazione di un’epoca e della ignoranza umana. Tutto ciò che di artificiale e di sub-creato è venuto a stratificarsi intorno al nucleo più essenziale e profondo dell’essere forma la materia di cui dobbiamo sbarazzarci in un processo intensamente introspettivo. Il primo paso che si deve compiere è quello di spezzare l’immagine abituale che si ha di se stessi e conoscere la propria materia interiore, fondo invisibile della vita di veglia, che dovrà essere sottoposto alla propria investigazione per essere poi in grado di trasformarla in un’autocreazione guidata dalla propria intelligenza cosciente. Alle continue sollecitazioni, ai continui impulsi che si incidono sul nostro essere e che, nel loro vario modo di combinarsi, possono finire col modificare, in tutta la scala dei viventi, certe direzioni preordinate, l’uomo è ora in grado di sostituire impulsi e sollecitazioni provenienti dalla sua intelligenza cosciente, vale a dire che quella parte più profonda del suo essere che affiora a mano a mano che viene denudata dalla mente e dal corpo contemporanei. Ripetendo più e più volte tale nuovo tipo di incisione, che si va a riflettere sulla sua unità fisio-psichica, l’individuo può riuscire a conquistare un effettivo potere della sua intelligenza sull’intero suo essere.
Il processo evolutivo non sarà più il prodotto di una necessità inconscia e degli influssi esterni, ma sarà guidata dalla interiorità dell’uomo, il quale avrà, così, perfezionato l’opera della Natura mediante un’Arte che è l’essenza della scienza tramandata dagli antichi sacerdozi e dagli autentici ordini iniziatici. Emersa in maniera sempre più evidente nell’albero della vita la forza dello spirito, è inevitabile che l’essere più evoluto la usi per perfezionare le produzioni istintive della natura. Tale intervento dell’Arte umana sull’opera della Natura, incidendosi nella stessa direzione evolutiva della legge universale, può risparmiare all’umanità intera pericolose battute di arresto o l’esplosione della violenza fratricida, additando alla sua coscienza il suo destino progressivo e la strada per compierlo.
L’evoluzione del singolo come parte e
momento dell’evoluzione universale

Concludendo, tenga ben fermo il lettore i seguenti punti:
- l’evoluzione sua non è che una parte dell’evoluzione collettiva e universale, perché la spinta verso il meglio, che lo porta ad agire nella società umana, non è che un momento della generale spinta insita nell’intera massa di materia-energia in continua trasformazione verso forme sempre superiori di esistenza;
- il suo attuale stato non è che il frutto del lavoro di innumerevoli generazioni tese verso la realizzazione, cosciente o no, di valori universali che l’uomo, nella sua esperienza evolutiva, è venuto via via scoprendo e incarnando;
- il suo essere attuale, nel suo insieme, non è che il prodotto, a sua volta, della materia vivente che è andata evolvendosi attraverso il cammino naturale delle nascite e delle morti, dietro lo stimolo della necessità, degli stati di organizzazioni più primitivi e rudimentali in forme sempre più complesse e differenziate;
- il suo essere interiore non è altro che il risultato dello stesso processo evolutivo e un germe che va nutrito nell’attesa che venga fuori alla luce, al fine di rischiarare il cammino futuro, liberando la mente umana dai condizionamenti e dai convenzionalismi che limitano la sua potenza e offuscano la sua intelligenza;
- esiste una via pratica per accelerare l’evoluzione, concentrandone le fasi in una o più vite: questa è la Grande Opera che gli iniziati di tutti i tempi hanno tramandato sotto forme simboliche, che possono essere svelate dalle menti più preparate e mature a beneficio di tutta l’umanità;
Chi non si sente in armonia con questi obbiettivi veramente umanitari, chi non vuole dedicarsi a quest’opera di riforma delle coscienze, chi si ritiene scisso dalla società umana in cui vive, non è ancora maturo per partecipare attivamente alla realizzazione di questo programma; ma chi, invece, comprende profondamente la verità dell’idea evolutiva, riconoscendosi parte di un tutto, cellula di un organismo complesso di trasformazione verso stadi sempre superiori di equilibrio, può arrivare a quella revulsione di piani che trasforma la necessità in libertà.
Giovanni Pica