La spagiria

Vi sono varie interpretazioni del significato etimologico di spagiria, ma non è di ciò che voglio parlare. Quel che mi interessa è l’aspetto teorico di questa modalità di lavoro sui vegetali, per estrarre un Elisir, ovvero una medicina in grado di curare sia l’anima che il corpo. Il lavoro Tradizionale Spagirico si basa su tre principi: Zolfo, Mercurio e Sale. Questi principi non sono riferibili a ciò che si intende generalmente con questi termini. Nella spiegazione che intendo fornire dei tre principi ci si collega alla concezione Paracelsiana di essi. Secondo la teoria spagirica, qualsiasi vegetale possiede questi tre principi: uno Zolfo “olio essenziale”, un Mercurio “alcool” e un Sale “la cenere del residuo della pianta”. Questi sono i principi che concentrano le energie spirituali. Lo Zolfo concentra quelle dell’anima - in genere intesa in spagiria come il principio più alto e solare (diversamente da quanto viene definito in altri testi di ermetismo dove tale principio è indicato con il termine spirito) -, il Mercurio quelle dello spirito – in genere inteso in spagiria come il principio mediatore (diversamente da quanto viene definito in altri testi di ermetismo dove tale termine è indicato con il termine anima) e il Sale quelle del corpo. La pratica consiste nella separazione di questi tre principi o anche si può separare Zolfo e Mercurio da un lato e Sale dall’altro, purificarli e successivamente riunificarli. Esaminiamo adesso la differenza tra un rimedio allopatico e un elisir spagirico. Nella maggior parte dei casi, i rimedi allopatici sono preparati per mezzo di procedimenti della chimica classica e secondo tale disciplina i principi dello Zolfo e del Mercurio non esistono. Non rimane che ciò che la spagiria chiama Sale. Questi rimedi possono dunque agire sull’aspetto materiale, sul corpo, ma in nessun caso sull’anima o spirito. Gli elisir spagirici, operando sui tre principi, permettono di ottenere una Medicina dell’Anima/Spirito oltre che del corpo. Il metodo spagirico si può cosi sintetizzare: separazione delle tre componenti, purificazione delle stesse e successiva riunificazione. Ho ritenuto importante scrivere questo breve brano sulla spagiria, perché oggi essa è stata completamente dimenticata non solo negli ambienti scientifici attuali, ma purtroppo anche in ambiti di “ricerca spirituale”, nei quali spesso ci si limita all’uso della fitoterapia o della omeopatia. Vi è anche un altro fatto che scredita a torto la spagiria: in vari ambienti di ricerca vi è la convinzione che percorrere una via spirituale ed evolutiva significhi rifiutare la dimensione materiale per poter trovare lo spirito e l’anima al di fuori della materia, non tenendo invece conto che essi sono incarnati nella materia (Verbum caro factum est). Ciò significa allora che in ogni forma creata, quindi anche nelle piante, vi sono le componenti più “sottili” (Zolfo e Mercurio); quindi la spagira, che altro non fa che separare lo spesso dal sottile, è conforme alla realtà ed individua un processo evolutivo dell’esistente partendo dalla materia e non trascendendola. Inoltre la parte più importante dell’operazione la fa l’operatore che deve “trasmettere” con la propria azione personale la sua impronta spirituale al medicamento che va preparando . Giusto per essere chiari, si può beneficiare della spagiria solo se si lavora sulle piante con una Intelligenza Pura (L’Intelligenza del Cuore, citata ad esempio da Schwaller De Lubicz), perché si tratta di manipolare le Forze Vive della Natura e non ci è concesso di farlo senza Sentire Amore per esse. Inoltre, in tutto il percorso per la produzione di un singolo Elisir, che dura parecchi mesi, vi è un continuo e prezioso scambio "sottile" tra l'operatore e le pianta da lui lavorata; l’operatore purifica la pianta ed essa sottilmente, per riflesso, agisce su di lui, portando chiarezza nella sua interiorità. Con questa Luce l’operatore potrà agire in Se stesso separando “lo spesso dal sottile”: quindi la vera medicina spagirica consiste non solo nell’assunzione dell’Elisir, una volta preparato, ma in tutto il percorso che si fa per produrlo. 

Mauro