In che modo l'arte imita la natura

Poiché ogni miglioramento delle cose ne aumenta la natura così, secondo molti Filosofi, per mezzo dell’arte la natura viene corretta al di là del proprio movimento che ebbe nella sua prima forma. E tuttavia nessuna cosa può agire se non per mezzo della natura, dal momento che è proprio la natura a operare nell’arte in modo occulto e intrinseco per mezzo del governo dell’arte; da ciò segue che la correzione della virtù della natura è l’aumento e che il lavoro dell’arte è la sua correzione. Poiché la natura porta a termine il grado che può portare a termine in modo naturale, non può trascurarlo a meno che la natura stessa sia stata impedita da un ostacolo dell’arte. Infatti, sebbene l’arte non superi la natura col fare una nuova natura per mezzo di una semplice elaborazione, tuttavia l’arte supera la natura fino a renderla sottile per quanto può. Per questo è detto che l’arte imita la natura, non perché ne costruisca una nuova ma perché rende sottile la virtù di quella natura. E così l’arte comincia ad aiutare dove la natura viene meno, rivelando il sottile rinchiuso nella cosa e manifestandolo. Quando la natura genera i metalli non può generare le tinture, sebbene contenga in sé nascostamente la pienezza della tintura. Perciò il Filosofo: La natura contiene in sé ciò di cui ha bisogno e non è perfezionata se non è mossa dall’arte e dall’opera. È per questo che nella nostra opera l’arte non è altro che un aiuto alla natura, il che si rivela chiaramente in molte opere delle arti profane: la natura dapprima produce il legno, in secondo luogo la combustione del fuoco produce cenere dal legno, in terzo luogo l’arte produce dalla cenere il vetro, e ciò deve essere inteso in modo generale. Se nella cenere non fosse nascosta questa prima materia del vetro, l’arte non potrebbe assolutamente poi produrlo. E intendi che non si può dire che qualcosa provenga da cose nelle quali non è; e così ogni specie nella propria specie, ogni genere nel proprio genere, ogni natura nella propria natura, in modo naturale, produce l’aumento della virtù e porta frutto secondo la propria natura e non secondo una natura diversa a sé contraria, dal momento che tutto ciò che è stato seminato corrisponde al proprio seme. Diciamo ciò secondo la generazione. Dall’uomo è generato l’uomo come da qualsiasi altra cosa solo ciò che le è simile; siccome la natura va imitata dall’arte, non può far ciò una cosa diversa che opera semplicemente con l’aiuto della natura se non c’è mescolanza con quella natura; se fosse stata introdotta una natura estranea peggiore, l’arte non imiterebbe semplicemente la natura perché quelle pessime nature estranee l’altererebbero e da essa non si produrrebbe ciò che si era creduto. Infatti, tutto ciò che opera in peggio in qualche cosa cerca di portare a perfezione ciò che era peggiore. Pertanto qualsiasi artefice deve imitare la natura, deve conoscerla e la sua arte imitare la natura di questa cosa, altrimenti invano tramite l’arte si può correggere la natura.

Richardus Anglicus