La fonte di questo insegnamento

Da L’Amore Immortale, Ed. Tilopa
Brano tratto da “La Fonte di questo insegnamento”.

Questo breve brano mi sembra alquanto illuminante su cosa sia il vero insegnamento iniziatico, al di là delle parole e delle sistemazioni dialettiche. Mi ha fatto pensare a chi si lega a dogmi, maestri, pragmatiche e successioni rigide, perdendo di vista la vera natura dell'opera per focalizzarsi su vane miserie umane.
FDA

[…] L’opera, dettata dallo spirito, esiste soltanto per ritornare quel movimento interiore, a cui il mondo spirituale risponde: esiste per un collegamento con l’ordine invisibile degli esseri e delle forze,  non per divenire un sapere. L’errore, o la tentazione, è credere che l’opera debba essere esposta o volgarizzata o sistemata, perché possa andare incontro a un maggior numero di uomini: quasi che l’efficienza numerica elevasse il livello qualitativo. In realtà sarebbe l’esposizione o il riassunto delle parole, non dei contenuti che non possono vivere se non come forze interiori, esigenti di incontrarsi essi nell’anima, secondo il proprio ritmo.
La sintesi o la sistemazione dialettica non è necessaria né utile ad alcuno, non potendo essere altro che precipitazione nella cultura astratta, riduzione al mondo senza vita, della veste espressiva dell’opera: dell’opera in cui si è eliminato l’ineffabile che giustifica la veste espressiva. La quale, così astratta, non può aver senso, proprio perché neppure dialetticamente può significare qualcosa. La privazione, verificatasi nell’anima dell’espositore, viene trasmessa agli altri: così verificandosi il giuoco degli Avversari dell’uomo.
Un’opera esoterica non chiede né propaganda né volgarizzazione: solo chi sia mosso dal subconscio intento di ucciderla, può pretendere diffonderla mediante manifestazioni culturali, o sistemarla secondo quel moderno “sistemare”, valido unicamente per la molteplicità astratta: che chiede di essere sistemata dal pensiero, ossia dall’attività interiore che può sistemare, non essere sistemata.
Solo chi inconsciamente è avverso allo spirito può compiacersi che l’opera si diffonda come un sapere, alla stregua dell’ordinario sapere, che invale unicamente perché privo di spirito, e ne è privo soprattutto quando riguarda lo spirito. È la deficienza di pensiero che non concepisce come l’attuarsi dello spirito nel mondo esiga accendersi nell’anima individuale, e come tale accensione non possa essere sostituita da un tradurre in nuove parole ciò che si è afferrato soltanto in parole.
Che un maggior numero di uomini si apra allo spirito, dipende dalla possibilità che pochi non tradiscano il compito soltanto da essi attuabile.

Massimo Scaligero