Introduzione

Questo brano di Lehahiah, che dedicò la sua vita alla diffusione dell’opera kremmerziana, fu pubblicato come introduzione al secondo volume dell’opera omnia di Kremmerz. Desideriamo riprodurlo e presentarlo ai nostri Lettori affinché meditino sulla modernità dello scritto, che fu stampato nel 1954, e sulla condizione dell’essere umano ai giorni nostri.


Esiste ed è sempre esistito un segreto iniziatico che può conferire all’uomo la chiave della sua essenza, squarciare il velo del suo Essere occulto e svelargli la scienza della sua vera evoluzione.
In possesso di tale segreto l’uomo precorre i termini naturali del suo ascenso e in relazione ai volghi (intellettuali o no) del suo secolo può apparire come un semidio.
Codesto segreto è stato sempre gelosamente custodito dalle antiche Teocrazie, anzitutto perché «la sua scoperta dovette lusingare infinitamente colui che l’aveva fatta e nel contempo convincerlo che Dio, non avendo concesso questa conoscenza a tutti gli uomini, era fuor di dubbio che non voleva fosse divulgata. E poi perché se talvolta accadeva che nella folla amorfa e profana spuntasse una vasta mente indagatrice il Sacerdozio invitava nel Tempio costui e dopo averlo spinto all’iniziazione lo riteneva quale membro del proprio Sacro Sodalizio».
Bisogna riconoscere che il segreto iniziatico è implicito nella prassi stessa dell’ascenso per la quale il linguaggio umano è insufficiente a chiarire il senso e che, volendo servirsi del vocabolario comune, si correrebbe il rischio di tradire anziché tradurne l’importanza. Peraltro il segreto iniziatico, poggiando su basi non tutte accertate dalla scienza ufficiale, potrebbe essere facilmente attaccato dalla dialettica profana e aprire così il campo alle dilettevoli esercitazioni verbaiole dei cacosofi, i quali di tutto vogliono discutere ma non intendono sottoporsi al vaglio della pratica, specie se questa pratica richiede un profondo impegno di coscienza e molti anni di paziente esercitazione.
Essi hanno in parte ragione perché oggi l’umanità non ha più tempo a disposizione per pensare a se stessa, anzi è tanto dimentica di sé che approfittando di tale insensato oblio pochi uomini, attivi e predisposti, possono manodurla a tutte le loro finalità e la manoducono difatti coi risultati catastrofici oggi sotto gli occhi di tutti.
E’ giunto pertanto il momento di restituirsi a se stessi, di conoscere la propria forza, di fare uso della propria volontà illuminata e di opporsi alla dilagante egemonia del male, consciamente o inconsciamente propagata da uomini e da dottrine che, per esperienza recente e per premonizione avvenire, ci risultano perniciosi al benessere singolo e collettivo.
A chi chiedere codesta revisione di valori fuori di ogni misticismo e di ogni preconcetto religioso e politico e diretto unicamente a restaurare la dignità della persona umana?
Le religioni no. Perché i culti sono tutti decaduti in un’opaca esteriorità che lascia insensibili le anime peraltro incalzate e travolte dalle necessità della vita, quelle stesse che proprio le religioni avevano per compito di temperare ed estirpare dall’animo umano per l’istituzione della fratellanza universale.
La fede oggi, tutta esteriore e superficiale, non possiede più la forza di sostenere le anime nel travaglio del vivere quotidiano. E d’altra parte, in contraddizione coi postulati stessi della fede, le autorità, sia religiose che politiche, determinano nel mondo il più sconcertante squilibrio delle coscienze reso ancora più crudo dalla marcia rapida e incessante della scienza verso conquiste che alimentano piuttosto il dubbio che non la certezza nelle verità delle varie chiese.
A chi allora? Alla scienza ufficiale?
Ma essa si interessa delle masse a cui propizia la luce elettrica, il gas da cucina, i mezzi celeri di trasporto e tutto quanto può soddisfare – in uno alla cupidigia dei produttori – le sue esigenze strettamente materiali. Magari elargisce l’istruzione gratuita degli elementi del sapere e il voto elettorale, il tutto assieme agli spaventevoli mezzi di distruzione e di morte, ma non dice e non ha detto finora «come si debba fare per emanciparsi dalle pesanti catene delle schiavitù passionali, perché ciò debba farsi e in che modo - raggiungendo codesta liberazione – si possa metterla a profitto dei meno provvisti e dei volghi imperfetti per il bene e per la pace della convivenza generale».
Potremmo qui continuare a lungo per dimostrare che l’unica fonte di affrancamento spirituale e materiale è l’iniziazione e, pertanto, la magia.
Il lettore non si spaventi a questa parola: non si tratta di giuochi di prestigio e neppure di tante ciurmerie che passano sotto il suo nome.
LA MAGIA E’ LA SCIENZA DELLE SCIENZE.
Scienza integrale umana: scienza, cioè, che completa (integra) l’uomo insegnandogli la tecnica e la pratica per riandare al suo fondo ancestrale e per precorrere le sue mete finali; in maniera che nella propria unità vivente egli possa discernere il «fui – sum - ero» e cioè risolvere l’enigma sfingetico del «Nosce te ipsum» senza del che egli è un essere bendato o cieco. Ora se i ciechi guidano i ciechi tutti cadranno nella fossa.
E poiché nella fossa l’umanità è già alcune volte caduta duramente stentando per rialzarsi, sarà bene oggi aprire gli occhi ai più progrediti ( e sono moltissimi) affinché non vi ricada ancora e forse definitivamente e in maniera malconcia.
A tal uopo la Casa Editrice Universale Roma pubblica l’opera omnia di Giuliano Kremmerz.
Codesta opera, però, in parte risale a più di cinquanta anni fa e il cinquantenario trascorso - misurato sul ritmo dei secoli precedenti - può considerarsi pari a vari secoli di evoluzione umana.
E’, pertanto, ragionevole che essa opera sia presentata nella sua veste originale.
Chiarire ora il senso dei concetti in essa esposti e invogliare alla pratica per poi lasciare i praticanti all’incerta iniziativa personale in un campo ancora così tanto oscuro di esperienze e di studi sarebbe opera o vana o deleteria, tale da scoraggiare gli sforzi degli aspiranti e creare degli spostati anziché degli illuminati.
…Ma coloro che intendessero rettamente la parola del Kremmerz - il più grande dei Maestri apparsi sulla scena della divulgazione e della propaganda magica - coloro, dicevamo, che si convincessero della feconda possibilità di rigenerarsi nella scienza e nella pratica integrale e volessero tentare assaggi e prosiegui, fino alla completa conoscenza della teoria e della pratica, non avranno che a rivolgersi alla Casa Editrice stessa [oggi la CEUR non esiste più, ma i volenterosi possono rivolgersi all’AHKU che può considerarsi erede e continuatrice dell’opera iniziata dalla CEUR] e saranno convogliati verso la fonte dell’Arcano per la redenzione delle loro anime e per l’associazione alla pratica indefessa del bene "pro salute populi".

Lehahiah