Un approccio matematico al mondo delle idee

Parlare del Mondo delle Idee può generare, soprattutto in chi è agli inizi della Via Ermetica, immagini vaghe di mondi popolati da strane entità, molto indefinite.
Uno degli approcci iniziali a questo Mondo delle Idee, tale da evitare qualunque atteggiamento mistico, può essere trovato nella Matematica.
Platone stesso diceva che nella sua Accademia non si poteva accedere se non si conosceva la Geometria.
In Natura si rileva ovunque ordine e ritmo, che dimostrano l’esistenza di una Intelligenza espressa nel moto. Queste diverse esplicazioni dell’Intelligenza in azione sono esprimibili non solo con simboli tramandati dalla Tradizione, ma anche con numeri, forme geometriche e formule matematiche. In tal modo si è sempre cercato di esprimere le Idee Pure, che stanno alla base della manifestazione. Queste Idee Pure, creatrici ed esistenti, potrebbero anche essere a mio parere identificate con ciò che in Ermetismo viene denominato come “Eoni”.
Platone sosteneva che gli enti matematici, quali i numeri e le forme geometriche, che venivano rappresentati o si esprimevano nelle forme naturali in modo approssimativo e non perfetto, si trovavano – esistevano come Idee Vive -  in un mondo distinto dal  mondo fisico. Molti matematici contemporanei, tra cui il matematico inglese Roger Penrose, definiscono tale zona con il nome di  mondo platonico delle forme matematiche. Quindi tutte le strutture fisiche sia naturali, che create dall’uomo o da altri esseri viventi, non sono che rappresentazioni approssimative di tali enti ideali. Giordano Bruno le definirebbe Ombre delle Idee.
Le Idee Pure, che possono essere espresse con simboli o enti matematici possono anche essere viste come dei “semi”, racchiudenti le potenzialità creative, che si svilupperanno e prenderanno forma concreta nel mondo degli effetti.
Le forme geometriche pure, i numeri, le formule matematiche che descrivono leggi ed armonie della Natura non apparterebbero al mondo fisico, ma risiederebbero in questo Mondo delle Idee.
Ma più di qualcuno potrebbe sostenere che tale mondo ideale è solo una finzione creata dalla nostra capacità immaginativa e dipende solo da essa, essendo privo di realtà propria. A tale proposito Roger Penrose in “La strada che porta alla realtà. Le leggi fondamentali dell’universo” – Ed. BUR scrive:
“Le nostre menti individuali […] sono notoriamente imprecise, inaffidabili e incoerenti nei loro giudizi. La precisione, l’affidabilità e la coerenza, che le nostre teorie scientifiche richiedono, esigono qualcosa che vada oltre ciascuna delle nostre labili menti individuali. Nella matematica troviamo una consistenza decisamente maggiore rispetto a quella che può trovarsi in una qualunque mente particolare.
[…] Quelli che lavorano in questo campo, siano essi attivamente impegnati nella ricerca matematica o usino solo risultati ottenuti da altri, hanno di solito la sensazione di essere soltanto esploratori di un mondo che giace oltre loro stessi, un mondo che possiede un’obiettività che trascende la semplice opinione, sia che tale opinione sia loro o la congettura di altri, non importa quanto esperti.
[…] L’esistenza platonica, a mio modo di vedere, fa riferimento all’esistenza di un oggettivo modello esterno che non dipende dalle nostre opinioni individuali e neppure dalla nostra particolare cultura. Una simile ‘esistenza’ potrebbe anche riferirsi a oggetti diversi dalla matematica, come la morale o l’estetica.”
Si può pertanto sostenere che gli enti matematici, le Idee Pure, esistono indipendentemente dalla nostra capacità di percezione: una legge di natura esiste indipendentemente dal fatto che noi la conosciamo. Tali Enti – Idee - non sono situati in uno spazio e limitati in un tempo. Le nozioni matematiche oggettive, Idee Pure, quindi, sono entità aspaziali ed atemporali, che non si devono considerare esistenti solo nel momento in cui sono percepite da un essere.
Roger Penrose ed altri matematici arrivano a definire l’esistenza di tre “piani” diversi ma collegati tra di loro e li definiscono come: forma d’esistenza fisica, forma d’esistenza mentale e forma d’esistenza matematica platonica. Questa ripartizione richiama la differenza che si fa in Ermetismo tra il mondo Saturniano cui appartiene il fisico, il mondo Lunare cui appartiene il mondo mentale ed emotivo, il mondo Mercuriale cui appartiene il pensiero puro, capace di accedere alle Idee Pure.
Circa la capacità dell’essere umano di comprendere il mondo ideale matematico citiamo ancora Penrose, sempre dal testo sopra citato:
“ Un altro profondo mistero è anche il modo in cui materiale fisico adeguatamente organizzato – e qui faccio specifico riferimento a cervelli umani […] viventi – possa in qualche modo fare apparire come per magia la facoltà mentale della consapevolezza cosciente. Infine, vi è anche un mistero riguardo il modo in cui percepiamo la verità matematica. Non è solo il fatto che i nostri cervelli siano programmati per ‘calcolare’ in modi affidabili; vi è qualcosa di molto più profondo di questo nelle intuizioni che persino il più modesto tra noi apprezza, per esempio, il reale significato dei termini ‘zero’, ‘uno’, ‘due, ‘tre’, ‘quattro’, eccetera.
[…] Ho considerato la nozione platonica di ‘mondo di forme ideali’ solo nel senso ristretto di forme matematiche. La matematica si occupa fondamentalmente di un particolare ideale, la Verità. Platone avrebbe sostenuto che vi sono altri due fondamentali ideali assoluti, ossia quello del Bello e quello del Buono. Non sono affatto contrario ad ammettere l’esistenza di tali ideali e a considerare che il mondo platonico sia abbastanza esteso per contenere assoluti di tale natura.
[…] Vi può essere un senso in cui i tre mondi non siano affatto separati, ma riflettano soltanto, individualmente, aspetti di una verità più profonda del mondo nella sua totalità […]”.
Andando oltre si potrebbe affermare che un ente matematico - numero, forma geometrica o formula matematica - sia una descrizione dell’esplicazione intelligente di un’Idea, detersa da “emotività”. L’ente matematico si presenta con una bellezza libera da ogni sentimentalismo: è di una bellezza pura.
Si può rilevare come per descrivere l’esplicazione intelligente di un’Idea possano essere usati simboli diversi dagli enti matematici: ad esempio i geroglifici. Un insieme di geroglifici forma una frase che non è altro che l’espressione di una legge creativa ideale; è la stessa cosa di una formula matematica.
La differenza tra un matematico ed un ermetista è che il matematico comprende solo intellettualmente un’Idea espressa in un ente matematico, mentre l’ermetista non solo comprende l’Idea, ma la “vive” , diventa l’Idea stessa ed agisce con essa.
L’uomo ha quindi la possibilità di accedere, operando su se stesso e sviluppando uno stato speciale dell’Intelligenza – l’Intelligenza Ermetica -, ad un mondo non più definito spazio- temporalmente e limitato quantitativamente, ma può pensare l’infinito.
Il concetto di infinito appartiene al Mondo delle Idee e non è esprimibile nel concreto. Noi siamo circondati da oggetti, li possiamo contare, ma essi saranno sempre in numero finito. Se questi oggetti sono tanti, si potrà non riuscire a contarli tutti, saranno indefiniti, ma saranno sempre in numero finito, non saranno mai in numero infinito.
Ma l’uomo può anche pensare alla serie dei numeri che non finisce mai, ad una retta che non ha inizio né fine, ad una frazione che rappresenta un numero che non può essere mai definito perché ha un numero infinito di decimali (ad esempio il pi greco).
L’intelligenza umana riesce a concepire l’infinito, anche se non può averne avuta alcuna esperienza concreta e fisica perché non è mai venuta a contatto con nessun “concreto infinito”.
Viene da chiedersi come l’uomo possa concepire qualcosa che non appartiene al mondo fisico che lo circonda. Deve esistere quindi in lui una capacità che lo porta a concepire qualcosa oltre la manifestazione fisica.
Inoltre si può sostenere che se si riesce a concepire un’Idea, essa ESISTE, anche se non è possibile incarnarla nella sua perfetta completezza e purezza.
Questi sono solo alcuni accenni sulla possibilità di concepire un Mondo delle Idee attraverso uno studio dei simboli matematici. Per chi ne percepisse il senso profondo, l’approccio matematico potrebbe essere un buon inizio per percorrere una via ermetica.

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