Scienza ufficiale e Scienza Integrale

Magia, che sarebbe prettamente classica, suona male a molti orecchi che aborrono l’antico, specie perché della parola se ne è abusato. Sostituiamola con due parole che la spiegano, chiamiamola scienza integrale.
Integrare significa rendere intiera o perfetta.

Integrazione è il metodo complementare per rendere la scienza, che ufficialmente si insegna nelle università, completa con lo studio e la conoscenza delle forze latenti nella natura e nell’uomo.
Quindi scienza integrale della natura obiettiva, magia naturale, e scienza integrale umana, che è la magia divina, perché risveglia ed esercita e sviluppa in noi gli attributi che l’ignoranza ha finora attribuito agli dii.”

Giuliano Kremmerz - La Porta Ermetica

 

Per Scienza Integrale o Scienza dell’Uomo o Scienza Tradizionale intendiamo un sistema sapienziale che fonda le proprie esperienze conoscitive non su un modo “dimostrativo” delle verità conoscibili, bensì su un’azione interiormente partecipativa al fenomeno da parte del ricercatore. A differenza dei precetti della scienza materialista, che riduce tutta l’esperienza e tutto il sapere alle cose finite e contingenti, la Scienza Integrale afferma che tutto il problema della conoscenza è rinchiuso nell’interiorità di ogni essere umano e non dipende dalla cultura scolastica, ma da una facoltà che si potrebbe chiamare “intuizione intellettuale”, che presuppone innanzitutto il superamento del dualismo conoscente/conosciuto. Va sottolineato e chiarito che tale facoltà non riguarda qualcosa di astratto o di contemplativo, ma è piuttosto un’energia, che pur essendo non sempre facilmente afferrabile, è assolutamente reale. Pertanto conoscere, per la Scienza Integrale, non significa pensare dialetticamente, logicamente, razionalmente una cosa, ma ESSERE la cosa conosciuta: viverla, realizzarla interiormente. Non conosce realmente una cosa chi non possa trasformare attivamente la propria coscienza in essa; in altri termini: soltanto ciò che risulta da un’esperienza identificativa, non mediata ma interiore, varrà come conoscenza. Tale esperienza è concreta, reale e tangibile quanto l’esperienza sensibile stessa ed inoltre è in grado di cogliere nell’istante la realtà fuori dal lato contingente spazio temporale, proprio a tutto ciò che è fisicamente sensibile. A differenza della Scienza Ufficiale contemporanea, la quale chiama “fenomeno” unicamente ciò che colpisce i sensi fisici, la Scienza Integrale chiama REALE soltanto ciò che si può cogliere con una diretta esperienza, mentre considera astratto tutto il resto. Essa considera dunque che la Realtà sia UNA, ma che esistano un modo finito ed un modo assoluto di sperimentarla, e questo in funzione ad un più o meno ampio sviluppo raggiunto dalla coscienza. La sperimentazione, nell’ambito della Scienza Integrale, presuppone e coincide dunque con una modificazione della coscienza, acquisibile attraverso processi attivi di trasformazione. La Scienza Integrale eleva l’uomo, mediante un rigoroso lavoro su di sé, alla comprensione della Legge Creativa Unica, fondando la propria concezione del mondo e della natura su una visione simbolica e soprattutto viva dell’Universo. Si viene così ad intuire una unità o corrispondenza essenziale di simboli, di forme, di miti, che va oltre alle espressioni diverse che i corrispondenti contenuti di significato possono aver assunto nelle singole tradizioni storiche. Questa unità la si scopre quando, con l’intuizione sviluppata, si riescono a penetrare in profondità ed oltre il linguaggio razionale, le diverse forme assunte dalla Tradizione. Questo lavoro non deve essere assolutamente confuso con le ricerche svolte dalla scienza comparata delle religioni e delle diverse tradizioni, che si limitano solo ad una sistemazione razionale dei saperi. Si deve dunque nettamente distinguere tra la Scienza Integrale vera e propria, che non può che essere esoterica, e la teoria e la filosofia della Tradizione, che non sono altro che l’espressione sistematica e razionalizzante di quel sapere, concepito in forma dogmatica. Affrontando, con lo sviluppo dell’intelligenza intuitiva, le varie antiche forme sapienziali, si riesce a valutare ciò che dell’antica tradizione è caduco ed obsoleto e ciò che, al di fuori di ogni superstizione e misticismo, è perennemente valido, implementabile e perfezionabile, al di fuori di settarismi e false ortodossie. Nei secoli lo sforzo dei veri Iniziati è sempre stato quello di tentare di fondere il Nucleo Unico della Tradizione con il futuro creativo. La Scienza Integrale, Scienza dell’Uomo, rappresenta un Nucleo Unico, non legato a particolarismi di cultura e di epoca, tale da affrontare il problema evolutivo in modo sintetico, fornendo all’uomo gli strumenti pratici per operare coscientemente sul meccanismo dell’evoluzione propria e dell’evoluzione in generale. Bisogna comunque riconoscere che la Scienza Ufficiale, nelle sue forme più attuali e di avanguardia, sta perdendo il suo carattere di meccanicità e sta suggerendo una visione della realtà, che si avvicina sempre di più alla visione presentata dalla Scienza Integrale: in particolare la materia perde il suo carattere di concretezza fisica avvicinandosi sempre più ad un aspetto di vibrazioni energetiche ed inoltre l’osservatore, in fisica quantistica, acquista il ruolo di “creatore” del fenomeno. Ma la Scienza Ufficiale d’avanguardia, non raggiungerà mai la Scienza Integrale se non affronterà il problema dell’evoluzione del pensiero, che solo acquisendo la sua capacità “intuitiva” è in grado di percepire il fenomeno, identificandosi con esso. Ma questo presuppone che il ricercatore serio compia un approfondito lavoro su di sé, in modo da risvegliare e sviluppare quell’Intelligenza Ermetica - Intelligenza Cosciente - che sola gli consente di penetrare il fenomeno nella sua fase creativa. Solo questo stato dell’Intelligenza, che diventa cosciente di se stessa e raggiunge la capacità intuitiva, può consentire di comprendersi e di integrarsi nel dinamismo evolutivo.

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Nella Scienza Integrale viene affrontato ciò che potrebbe essere definito “sovrasensibile” (le forze latenti nella natura e nell’uomo di Kremmerz), cioè tutta quella parte della Realtà che non è percepibile dai cinque sensi, ma che comunque esiste ed interviene nella creazione dei fenomeni sensibili spazio temporali. È possibile introdurre la chiarezza di un metodo scientifico nella conoscenza diretta di questo elemento “sovrasensibile”? Questo elemento può essere conosciuto, pensato, compreso? Per far questo l’unico strumento è il pensiero. La sua estensione ed il suo rafforzamento ne saranno la prima condizione. Bisogna giungere alla consapevolezza che il pensiero ha un’origine che non appartiene al sistema nervoso, ma che quest’ultimo è solo il suo mezzo espressivo nella dimensione spazio-temporale: quindi comprendere un “pensiero libero dai sensi”. Si deve giungere a provare che il pensiero esiste al di fuori dei sensi, e che non solo da essi non trae origine, ma anzi è l’unico elemento che conferisca loro un qualche valore, un qualche interesse. Lo scopo che la Scienza Integrale si propone è quello di poter dimostrare che l’essere umano è in grado di percepire quella componente “sovrasensibile”, che come flusso vitale percorre tutta la natura, se impara ad esercitare un senso, di cui normalmente si ignorano la portata ed il potere; questo senso è il “pensiero libero dai sensi”, anch’esso appartenente ad una dimensione “sovrasensibile”. Questo pensiero non ha nulla in comune con stati mistici di esaltazione o stati devozionali ed emotivi, bensì è uno stato lucido e trasparente, che si avvicina alla chiarezza della matematica pura. Quindi questa componente “sovrasensibile” dei fenomeni della natura non viene conosciuta perché si viene investiti dalla grazia divina o da eventi soprannaturali, ma perché si riesce a sviluppare il pensiero oltre i limiti che solitamente si impone. Questa capacità di percezione si sviluppa con un lavoro rigoroso e costante, che la Scienza Integrale ritrova nelle varie espressioni della Tradizione Iniziatica; questa capacità è latente in ciascun essere umano; non appartiene ad una elite, ma può diventare l’esperienza di qualsiasi individuo. La forza intuitiva che appartiene al “pensiero libero dai sensi”, e che la coscienza ordinaria non giunge a riconoscere, può rivelare questa essenza “sovrasensibile” delle cose, essenza che è la base della Realtà. Siamo abituati a considerare il mondo fisico esteriore come l’unica realtà, solo perché in noi non abbiamo sviluppato questo stato del pensiero. Esso è un organo di percezione. Come in più parti sostiene anche Kremmerz, non si deve però rifuggire il contatto con la materia, ma bisogna integrare l’aspetto fisico temporale dei fenomeni con la dimensione del pensiero. Così si passa da una Scienza Meccanicista ad una Scienza Integrale. Già questo era stato preannunciato dai Rosacroce. Studiare la natura, immergersi nel mistero degli elementi che la compongono è la prima parte. Illuminare successivamente, attraverso il pensiero umano, le tenebre della materia, spiritualizzarla ed operarne la redenzione, è lo scopo della Scienza Integrale.

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