L'essere storico

L’iniziatore non dice “credi”, dice “prova”.
Vuoi sapere il “dopo morte”?
O prova a ricordarti donde vieni,
o prova a morire per ricordare.
G. Kremmerz

 

Se nel silenzio delle nostre emozioni, nella calma dei nostri pensieri, ripercorriamo momenti e periodi della nostra vita, se osserviamo i nostri impulsi istintivi, se osserviamo con neutrale attenzione il nostro essere più profondo e più personale, non possiamo non individuare alcuni aspetti che appartengono ad una parte intima di noi e che sono come un ‘colore’, un ‘tono’, che ci accorgiamo non derivare dalla nostra educazione, dalla nostra cultura, dal nostro ambiente: è qualcosa di molto più profondo del carattere, è piuttosto una ‘presenza’ che è costante, difficile da riconoscere perché troppo vicina a noi.
Ci accorgiamo che è qualcosa che non proviene dall’ambiente esterno o dall’educazione, ma è un nucleo centrale, che ci fa percepire la continuità di una nostra individualità profonda, indipendentemente dagli avvenimenti e mutamenti della vita.
È un senso della propria identità, più evidente quando si è ancora bambini, e che deve essere ritrovato nuovamente. Nonostante le cristallizzazioni della vita, che lo hanno ricoperto e costretto, esso è sempre presente e possiamo percepirlo come una vibrazione profonda, un ‘rumore/colore di fondo’, che sentiamo essere la base del nostro vero io. Questo ‘colore essenza’, negli anni e durante la nostra crescita ed educazione, è stato soffocato, costretto, indirizzato dagli schemi dell’ambiente in cui ci siamo venuti a trovare ed è stato messo sotto controllo, perché la sua tensione, la sua tendenza, il suo impulso non sempre sono conformi alla società in cui viene a trovarsi. Anche le sue eventuali momentanee espressioni istintive vengono il più delle volte soffocate e represse, perché la personalità attuale, cristallizzatasi attorno a schemi sociali, ha il terrore di lasciar trasparire la propria profonda natura, che ha come finalità solo l’espressione della propria intima ‘vibrazione tendenza’.
Scrive Kremmerz in La Scienza dei Magi – Ed. Mediterranee – II Vol. – p.325 : “L’uomo storico è in noi, è l’uomo dell’io sono, fui, sarò (fui, sum, ero). Ognuno lo porta con sé come l’anima del proprio guscio di lumaca terrigena. La storia della vita passata è incisa sillaba a sillaba nel disco del fonografo umano, dell’uomo vivente. Non è il karma buddico; è la memoria istintiva di tutti i dolori, di tutte le pene, di tutti gli spasimi.
[…] I dolori umani e sociali hanno profonda radice nella coercizione dell’anima storica di ogni individuo. Le manifestazioni incoscienti dei fanciulli sono i caratteri generali della loro opera antica.
Il fabbro di tante vite si fa obbedire dal ferro; donne poverissime hanno il senso dell’eleganza più raffinata.”
Questo nucleo centrale, quando ancora non è cosciente della propria esistenza, si esprime attraverso la manifestazione di speciali predisposizioni, che ci accorgiamo non dipendere dalla nostra famiglia, dalla nostra educazione, dal nostro ambiente attuale. E così pure lo vediamo esprimersi attraverso dei gusti innati, delle irresistibili attrazioni per qualcosa di ben preciso e particolare, delle paure senza logica motivazione; se siamo attenti ci accorgeremo anche come nella nostra vita si presentano degli avvenimenti particolari, nei quali ci veniamo a trovare ripetute volte, come se attraverso quelle esperienze il nostro nucleo profondo ci volesse spingere a riconoscere e risolvere un problema irrisolto.
Scrive il Kremmerz – op. cit. – III Vol. - p. 259:  “È il personaggio storico, la coscienza oscura di ognuno, che non dimentica e non tace, l’entità antica che affiora nelle crisi violente con manifestazioni impulsive e nella pacifica vita quotidiana con manifestazioni istintive.
Tutto ciò che l’uomo profondamente sente senza spiegarselo, appartiene all’occulto essere che è in noi, cioè all’uomo antico, il quale agisce impulsivamente e rettamente secondo l’esperienza acquistata nella lunga serie delle sue reincarnazioni. […] L’amore, la carità, la simpatia, l’antipatia per cose e persone, le repulsioni e le attrazioni fatali non sono che verità storiche della esperienza dell’anima umana.”
Ed ancora – op. cit. – II Vol. – p. 388 – 389: “Individuate come nucleo, come entità, come persona questo campo e vi vedrete una unità storica dello spirito nostro attraverso tutte le esistenze trascorse.
[…] Questo individuo storico è la nostra anima solare involuta in un nembo di nera nebbia: la personalità storica non è anima sola o efflato puro, ma un insieme di materia, di spirito di tradizione, tendenza e ricordo di un’attività speciale, che arriva alla nostra coscienza di uomini viventi e vegetanti come il mentore pei personaggi da commedia, nei momenti più critici di oblìo e di impotenza.”
E in op. cit. – II Vol. – p. 160 e p. 393: “Il vero personaggio storico, che è in ogni uomo, non dimentica e non tace neanche negli esseri più idioti; rappresentando la coscienza oscura di ognuno che viene sulla terra, l’entità antica si presenta in tutte le crisi violentemente, con manifestazioni impulsive, e nella vita pacifica quotidiana con manifestazioni strettamente e tacitamente istintive.
[…] Questo incosciente rivela le sue intenzioni che sono atti volitivi per mezzo degli atti spontanei al di fuori del controllo cosciente.
[…] L’uomo cosciente inibitore per educazione, per idee inculcate, per ambiente nel quale si vive, per rispetto alle leggi morali, alle civili, alle penali, alle religiose, reprime ogni manifestazione della personalità storica appena questa (ed è il maggior numero dei casi) non vive consenziente alla direzione del personaggio interiore, ma esterno e cosciente.”
Inoltre, se riusciamo ad essere in sintonia con questa vibrazione profonda, non lasciandoci afferrare da pensieri ed emozioni superficiali, creiamo in noi uno stato di equilibrio ed ogni nostra azione, compiuta in conformità a questa vibrazione, risulterà semplice e si realizzerà quasi senza alcuno sforzo. Quando siamo in questo stato possiamo anche sentire in noi un ‘calore’, che riempie il nostro corpo, e che ci fa agire in uno stato di particolare creatività: è il nostro nucleo profondo che riesce a rompere, anche se per pochi momenti, il guscio in cui lo abbiamo rinchiuso e riesce ad esprimersi con tutta la sua forza e tensione creativa.
Ci accorgiamo che ogni volta che nella vita siamo stati costretti a fare qualcosa che era in pieno contrasto con questa nostra vibrazione di fondo, tutto il nostro essere stava male, le azioni non erano armoniche e questa disarmonia poteva giungere fino al corpo fisico, creando delle malattie: segnali di allarme inviati dal nucleo, che contrastava, anche attraverso crisi dolorose, tali azioni che gli impedivano di poter esprimere la propria profonda ed innata tensione.
Il costante e rigoroso lavoro su di sé, che la Tradizione Ermetica ha tramandato, accelera questo processo di presa di coscienza di questo nucleo: esso a poco a poco non si esprime più attraverso tendenze e tensioni  inconsce, ma comincia a prendere coscienza di se stesso, come un bambino che lentamente cresce ed inizia a riconoscersi.
È  questo nucleo, che negli scritti ermetici viene definito come ‘Essere Storico’.
Questo termine indica dunque una sua ‘esistenza storica’.
Infatti, quanto più si riesce ad individuare questo nucleo, tanto più si inizia ad avere la certezza che esso non appartiene solo alla nostra storia attuale, ma lo si sente come da sempre esistente, non nato in questa vita e non destinato a morire con questo nostro corpo fisico. La nostra vita attuale comincia allora ad apparirci, dal punto di vista di questo nucleo, come una sua esperienza, una delle tante, che serve a lui per diventare prima cosciente di se stesso, poi sempre più consapevole della propria tensione profonda, per poter finalmente prendere in mano la propria espressione vitale e creativa.
Si inizia a comprendere il senso vero della reincarnazione, che altro non è se non una nuova espressione di questo nucleo, con la finalità di diventare cosciente di se stesso, attraverso esperienze, scontri, realizzazioni del nuovo essere che si viene ad incarnare.
Ma dopo il primo riconoscimento di questo nucleo, ci rendiamo conto che  finora esso si era mosso da una vita all’altra sotto la spinta inconscia della propria tensione profonda, quasi una missione da esprimere, un compito da realizzare in conformità alla propria tendenza. Adesso invece diventa possibile operare affinché la sua direzione diventi sempre più chiara e si possa esprimere, armonizzandosi per quanto è possibile, con l’essere attuale.
A questo punto l’ermetismo afferma la possibilità di poter dirigere coscientemente l’evoluzione ulteriore e completa di questo nucleo.
Si passa dunque da un processo evolutivo di presa di coscienza, mosso dalla necessità, ad un processo evolutivo coscientemente diretto e di conseguenza accelerato.
A questo punto è utile citare quanto Schwaller de Lubicz scrive a proposito dell’evoluzione di questo nucleo profondo, che definisce ‘sale fisso’.
Sono concetti, che devono essere letti con molta attenzione e devono servire come stimolo, per più approfondite meditazioni.
Scrive Schwaller De Lubicz  - Il Tempio dell’Uomo – Edizioni Mediterranee – I Volume – p. 33 e seguenti:  “L’evoluzione o estensione della coscienza si manifesta corporalmente con la forma e l’organismo dell’individuo. […] È nello stesso individuo che va cercato il passaggio dello sviluppo della coscienza. […] Un precetto vecchio quanto la Saggezza dice: “Una forma non può passare ad un’altra forma se non per decomposizione integrale della prima nei suoi elementi componenti essenziali.
Un secondo precetto della stessa Saggezza afferma: “Ogni cosa e ogni essere comprendono un nucleo fisso che né la putrefazione né il fuoco possono distruggere”.
 […] Ogni corpo, vegetale o animale, per putrefazione si riduce a due stati separabili, uno volatile, l’altro che costituisce un residuo fisso.
La combustione divide allo stesso modo, ma con violenza, tutti i corpi vegetali od organici in parti volatili, lasciando una cenere che contiene un sale fisso […]. ‘Uomo tu sei cenere e cenere ritornerai’. Perciò ogni cosa è essenzialmente composta da una parte volatile e da una parte fissa, principio generante che la teologia faraonica, per esempio, riassume nella sua istruzione su Ba e Ka.
[…] Per cui: le trasformazioni non possono compiersi che da e per lo stesso individuo che abbia subìto in vita una profonda modifica del suo essere. Deve reincarnarsi perché il suo seme non può trasmettere ad altri queste nuove caratteristiche.
[…] Il sale fisso, che è molto fisso – o anche indistruttibile rispetto al cromosoma – è il vero portatore della specificità dell’individuo; ne conserva le caratteristiche personali, comprese quelle acquisite durante la vita.
[…] Il nucleo fissatore della psiche di un individuo si deve unire al nucleo organico di una cellula-seme, perché possa aver luogo una ‘reincarnazione’. Da solo il nucleo fisso non può generare un nuovo essere organizzato, non potendo retrocedere nella linea evolutiva per ricominciare tutto il ciclo che conduce alla vita organica. Una parentela tra i due nuclei, il fisso minerale e il cellulare animale o vegetale, è indispensabile. La metempsicosi è la storia degli avatar di questo nucleo fisso per ritrovare l’essere vivente del suo ritmo.
[…] La cellula-seme, vegetale o animale, mantiene le qualità tipiche di una specie, compresi i suoi adattamenti. Il sale fisso, invece, trasporta – attraverso periodi spesso molto lunghi di invisibilità – la coscienza acquisita da un individuo che esige una modifica della forma per dare alla propria coscienza modo di esprimersi.
La rinascita di una forma esige il ricongiungimento del volatile con il fisso. Il fisso è determinato, il volatile è femminile e indeterminato, pur essendo di ‘ritmo’ generale analogo a quello del suo fisso. Dunque è il fisso che deve ritrovare il proprio volatile perché la reincarnazione possa avvenire, quale che sia la forma in cui avviene, fisica o sottile.
L’apporto del fisso è paterno, l’apporto del volatile è materno. Con la rigenerazione, si ha ricongiungimento del volatile e del fisso di uno stato determinato. In quel momento l’influenza dell’ambiente entra in gioco per modificare lo strumento della coscienza dell’essere.
[…] Perché un individuo possa evolvere nel senso di una transmutazione, quindi cambiare le caratteristiche proprie alla sua specie attuale, bisogna che l’ambiente, e la reazione dell’individuo a questo ambiente, l’abbiano impressionato al punto da modificare l’una o l’altra delle sue disposizioni vitali. Questa acquisizione è personale. Queste nuove disposizioni vitali esigeranno il nuovo strumento organico che solo la propria reincarnazione può procurare.
Soltanto una reincarnazione della psiche di questo stesso individuo dopo la sua distruzione corporale produrrà il nuovo individuo.”
Ed ecco allora che possiamo far risuonare in noi le antiche parole del “Libro per uscire alla luce del giorno” dell’Antico Egitto:
“Io sono l’Oggi. Io sono lo Ieri. Io sono il Domani. Attraverso le mie numerose nascite io sussisto giovane e vigoroso.”

FDA