Il monte delle solitudini

- omaggio a Nicolas Flamel e Pernelle -

 

Una piccola allegoria sull'amore con la donna interiore

Giunti infine alla visione reale del misterioso libro, dopo anni oscuri di frustrazione e capo chino sui suoi geroglifici e incomprensibili enigmi, in un giorno di pace vedemmo, dinnanzi al nostro sguardo, levarsi in volo le figure indecifrabili come bianche colombe, e prender vita e consistenza nella luce di una Terra rinnovata. Come risplendeva la terra nera – come fosse un cielo stellato che incitava l’aurora sul suo carro!
Guardando il mondo vivente ci avvedemmo, io e Pernelle, del lungo tempo trascorso in faticoso lavoro, fianco a fianco nella veglia e nel sonno: dove non credevamo d’esser giunti, eravamo.
Il monte delle solitudini splendeva sotto i nostri piedi e lontani erano ora i tormenti e gli affanni coi quali partimmo, bisacce che dovemmo abbandonare a causa dell’ardua scalata e degli stretti sentieri.
Scrutai lontano e vidi la nostra vecchia casa, silente e ordinata come dormisse il sonno delle mele rosse. Qualcuno spesso bussava alla porta, ma il biglietto appeso alla soglia presto faceva desistere i visitatori, che scuotevano il capo e percorrevano a ritroso il viottolo di sassi.
Fu allora, quando vedemmo un vecchio amico vagare ancora incredulo dinnanzi alla soglia, piangendo la nostra morte (giacché ci credeva morti durante il viaggio) che Pernelle riuscì ancora a stupirmi col suo candore. Ella rise.
“Di che ridi, mia giovane sposa?” non potei fare a meno di chiederle.
“Rido di noi”, rispose. “Guardaci, Nicolas: sulla cima di un monte, lontani da casa e spesso senza cibo, mai paghi del lungo cammino, mentre vecchi amici ingrigiti dal tempo restano in pena a cercare coloro che ora attraversano l’ignoto confine: un filo sottile teso tra due crepacci… io rido di noi, umane chimere, e non sono mai stata così serena.”
“Il tempo non è trascorso sul tuo viso e nel tuo spirito.”
“Nemmeno sul tuo.” sorrise beata.
Sul monte delle solitudini la strinsi al cuore, unico mio vero amore, e proseguimmo.

Iehuiah