Dedica a Maria

Dagli effluvi del corpo, in volute di vapore, si eleva il corpo lunare: tormento e passione per l’uomo comune, e rabbia e dolore e rapimento dei sensi. Violento turbine che fa perdere la lucidità: questo esso è, e non sarà mai altro, per il volgare che gli si abbandoni.
“Volete fare di quest’uomo un iniziato all’Amore? È lavare la testa all’asino!” (G. Kremmerz, Gli amanti).
Ma per l’uomo purificato, per colui che si eleva dal veleno e vuol far di questa forza un sublime farmaco, il canto della sirena Astarte, il canto della Luna, non è più udibile in questo senso.
Un altro, più sottile sentire avvolge il suo essere, nudo e fatto di se stesso: questa forza più grande, come un vento leggero e sottilissimo, ineffabile e placido, inconoscibile eppure presente, sublima il vapore acqueo della Luna per fare della voluttà della prostituta l’estasi di una santa. Questo nuovo essere nasce da un uovo, non ha cioè cordone ombelicale che lo leghi al mondo dei suoi antenati: nasce dall’unione del Mercurio col suo Zolfo, così come avviene nelle profondità della terra. Questi due sposi si uniscono formando un legame così stretto e indissolubile che, una volta maritati insieme, è impossibile dividerli. L’uno non esiste più senza l’altro, come ebbe a dire la Grande Iside: “Io senza Lui non esisto, Lui senza Me non è manifesto”.
Quanti ebbero a cantare della sublimità e innocenza della Vergine Immacolata, della casta Artemide e delle colombe di Diana, avevano in mente le ali di questo bianco uccello in cui l’acqua si converte, sublimandosi, e vola all’Empireo.
È così che inizia il pericolo forse più comune per chi intraprenda una Via e sia giunto alla soglia dell’invisibile: con un ideale, un’idea, una visione la cui natura è ignota. Essa vive a fianco dell’uomo, e negli spazi di confine essi si compenetrano, imparando a conoscersi, a percepirsi, come due segreti innamorati condannati al silenzio di lingue diverse. La sublime vicinanza di quella palpabile nobiltà induce presto all’entusiasmo, all’immaginazione, all’ispirazione… e chi abbia fretta di comprendere o di costruire cade nel tranello di credere che un’idea vada presto manifestata: quanti aborti sono nati con questa fretta!
Ma l’idea è un Essere, prima che un progetto, e l’individuo può soltanto farsi pervadere da essa, più che “darle corpo” nel mondo visibile: non è nel mondo fenomenico che essa deve prendere vita, ma nell’individuo stesso innanzitutto, fondendo la sua sostanza con l’uomo che le è affine, col suo respiro, tessendo col suo fuoco il nuovo corpo dell’uomo che offre se stesso per servirla, facendole spazio dentro di sé.
Lentamente l’aspirante procede, senza far rumore, scivolando sull’acqua senza incresparne le onde.
Il suo corpo sottile si espande e si rinserra a volontà, in un respiro sottile.
Nessun rumore egli produce e ciò che prima era fuoco distruttore, che ogni cosa consuma in un attimo, diviene piccola fiamma di lume eterno che, come ebbe a dire di Sangro, brucia su uno stoppino d’oro purissimo ed è inestinguibile se non viene turbato da improvvisi movimenti impressi dall’esterno.
Conoscere il giusto regime di questo lume, non prostituirlo, non ubriacarlo di violenza, produce nel ricercatore uno stato perenne di presenza e beatitudine, che nulla ha a che vedere con ciò che egli conosceva. È allora che egli inizia a parlare col mondo intorno a sé e il mondo risponde, rapito: ogni proiezione, allora, avviene di conseguenza a un moto impresso nella plasticità del lunare, vero utero e vero veicolo che, mutandosi in colomba, ascende placido, liberato dalle catene della voluttà.
Non c’è niente, a ben vedere, che non sia già presente in potenza nell’uomo e nel mondo: nulla si crea e nulla si distrugge; tutto si trasforma. Una Legge vive in ogni cosa. Uno stesso Essere permea l’Universo e ogni forma di vita visibile. Come chiamare altrimenti l’Intelligenza della Legge che di un seme fa un albero, di un seme fa un uomo, di un seme fa un Dio?
Gli Autori più umili e sinceri dissero sempre: nemmeno il più astuto Operatore sa perché il piombo sia diventato oro, eppure è accaduto. Come a dire: più facile è applicare la Legge che conoscerla, e soltanto una volta applicata si potrà procedere a conoscerla.
Si sa soltanto che in assenza di variabili esterne la Legge applicata produce trasmutazioni e che dall’equilibrio indotto nel quaternario si sprigiona la Quintessenza che dà vita all’idea voluta. Ora, ciò a cui gli sforzi devono tendere è riordinare demiurgicamente, attorno al nucleo della Quintessenza (Magnete), i Principi in uno “Jeova realizzante”, vivente nella Luce.
Cos’è questa Luce?
Non appena si schiude la percezione, non appena il capo dell’uomo mette fuori le ali, si rende evidente un eterno moto di particelle di fuoco elementare presenti ovunque in natura (da non confondere col fenomeno ottico). Questo fuoco elementare, cioè purissimo, è il nutrimento, la “colla”, per il proprio essere.
Esso infatti lega insieme ogni cosa vivente, manifesta o immanifesta. Come tale è l’unico tipo di fuoco che fonde insieme metalli con temperature di fusione incompatibili fra loro, senza bisogno di un altoforno, facendone una Cosa Unica.
Hahajah commenta così questa proposizione: “Come tutte le cose sono sempre state e venute da UNO così tutte le cose sono nate per adattamento di questa COSA UNICA.
Abbiamo già chiarito, grosso modo, cosa sia questo UNO, o COSA UNICA, o HERMES, e cioè:
a) un essere umano e divino

b) tutto fuso nel proprio crogiuolo
c) sciolto nella natura essenziale del ternario
d) Uno con se stesso
per l'avvenuto miracolo di "una sola cosa".
Miracolo, da mirare cioè fissare e perciò stabilmente integrato, immortale ed eterno espressione purissima della volontà-intelligenza divina, in esercizio perpetuo e polluente di creazione.”
Credevo, un tempo, e tutti noi l’abbiamo creduto agli albori delle nostre favole, di potere, un giorno, trasformare il piombo in oro e leggere nell’altrui mente; forse, il mio corpo avrebbe volato da un capo all’altro del pianeta e avrei materializzato pasti luculliani, invece di stare ai fornelli.
E se, una volta trasformato te stesso e aver trovato il cuore di luce che dimora in ogni cosa, credi ancora di usare questa conoscenza per cambiare le fattezze esteriori del mondo illusorio o muoverti in esso come uno stregone, è inutile continuare a parlare: il Sole ha forse bisogno di dar prova a se stesso della luce che emana?
Tu SEI, e oggi sai che nessun potere reale esiste svincolato dalla nascita dell’Essere.
La tua strada è appena iniziata.
Percorrerai il sentiero dei cieli nascosti e il tuo intelletto parteciperà del moto armonico del cosmo.
Non comprenderai, in principio, ciò che vedrai. Sarà come un incanto sconosciuto che si dirama attraverso le fibre dell’essere. Sarà come trovare la verità in ogni angolo della natura e in ogni parola dei Saggi. Sarà come esplorare con una nuova mente ciò che prima non avevi idea potesse esistere.
E non sarà mai ciò che ti aspetti: sarà eternamente diverso e infinitamente di più di ciò che ti aspetti.
La tua strada è appena iniziata.
Non è bello, dopotutto?

 

                                                                                                                      Iehuiah