I Tarocchi


Nello studiare le Scienze Occulte, procedete da idee semplici e chiare. Se lasciate briglia sciolta alla fantasia, all’immaginazione, troverete – nell’esagerata tensione del vostro orgoglio – di aver raccolto un risultato nullo.
La Magia Naturale mette a profitto lo sviluppo delle forze occulte che si trovano nascoste in ogni organismo umano. Senza esagerare, sviluppa come può e per quel che può le manifestazioni che in noi possono produrre le forze non coltivate.
Quando dico forze, dico vibrazioni sottili, potenti e intelligenti del corpo umano, in se stesso preso come unità e nei rapporti con la natura universale.
Il misterioso, il meraviglioso, il miracolo è nell’orbita della natura e non di là o sopra la natura.
Sono le pratiche leggi ignorate dalla conoscenza umana che presentano risultati non spiegabili e prodigiosi nell’insieme delle tante manifestazioni, sempre varie e sempre inattese.
L’ignoranza e la superstizione dei volgari, sono disorientate innanzi a fenomeni che l’uomo stesso produce in condizioni eccezionali, di cui non è facile darsi ragione.
Un mondo di là è frutto e creazione di tutti gli uomini primitivi, che non possono spiegare fenomeni che non sono normali, cioè non facilmente producibili da tutti.
Così furono create le prime deità rudimentali dei selvaggi, così le religioni personificanti le forze e leggi naturali.
L’errore di attribuire alle anime dei morti i miracoli dei vivi, è antica e sempre giovane testimonianza della ingenuità dei volghi.
L’uomo che vola in aeroplano è un dio per le persone che ignorano gli studi progressivi che hanno fatto dell’aeronautica una scienza e un’arte.
L’uomo interiore come spirito vivente è stato preda delle istituzioni religiose, in tutti i tempi e sotto tutte le latitudini. E’ solamente da qualche secolo che la scienza ufficialmente riconosciuta, liberamente investiga gli stati speciali di rapporto tra il pensiero umano e la materia e le risultanze di questi studi sono ancora modeste di fronte al grandioso intreccio di poteri dormienti nel nostro organismo: ma prima di conoscere le leggi del risveglio, passeranno ancora molti secoli!
I ciarlatani profittano dell’ignoranza delle plebi intellettuali e ne sfruttano la credulità; il misticismo che è la parte più fragile del nostro meccanismo psichico, per educazione, tradizione e storia, aiuta e alimenta lo stato di soggezione a divinità vecchie e nuove.
Dove non sono create deità astruse e sanguinarie come in oriente, si creano gli spiriti dei morti come in occidente.
La magia naturale resta nell’orbita della natura, contro le debolezze in buona fede di nuove rivelazioni a base di spiriti disincarnati che tutti salutano come religione dell’avvenire. E sarà sempre una religione, cioè una confessione dell’ignoranza umana delle leggi naturali che regolano gli spiriti dell’uomo vivente.
Rispettiamo le onorevoli opinioni dei credenti, perché le scuole cristiane ci hanno inoculata la strabiliante concezione che la fede è nobiltà di espressione di anime pure e rette.
La storia moderna comincerà quando una chimica nuova analizzerà e svolgerà gli elementi dell’anima che costituiscono l’individuo uomo, e segnerà la fine di una lunga notte in cui l’uomo ha ignorato se stesso.


La Cabala, per chi non lo sa, è la fisiologia delle leggi assolute e degli elementi immutabili della natura fisica, intelligente e mentale, della natura nella sua espressione concreta.
La Cabala è forma ebraizzata della stessa filosofia orfica, egizia e pitagorica. La pitagorica è la più completa, ma è più difficile per intelletti non esercitati.
Dunque in questa matematica di principi attivi e attivanti, il mondo Universo è concepito come un’unità: è la unità più grande e la più assoluta, il macrocosmo visibile e invisibile nelle sue parti lontane a cui l’occhio e il telescopio non arrivano, tutto ciò che è, l’Essere incommensurabile, infinito.
L’uomo (ricordate l’enigma di Edipo) è l’unità incommensurabile e infinita più piccola, è l’universo in piccolo; Essere breve, ma indeterminatamente profondo.
E’ il microcosmo nella vita della realtà concreta, finita e infinita.
L’Essere unitario immenso è globale – l’Universo grande è il pieno,il riempito,il gonfio. Etereo o pesante, è complesso di materia; superbamente evaporante e determinante correnti di sottili intelligenze forme e forze, moto, vibrazione, armonia, dove ogni spostamento di molecole planetarie e stellari ha un riflesso e una reazione sui limiti più infinitamente lontani del grande corpo.
Pitagora scriverebbe α (alfa) l’uno e il mille, il milione e l’infinito; il numero cioè, il valore per nessuna forza o concezione precisabile e limitato, e pure limitato nella precisione del numero, che è grafico e per necessità finito.
Bisogna intendere questo immenso che diventa finito, cioè determinato e delineato per semplice virtù della espressione.
Il numero che tutto contiene in sé è l’1; ma la espressione grafica o orale è già concretizzazione dell’infinito nel finito.
Di qui l’unità microcosmica, l’uomo.
Come la concezione del grande universo è globale, il piccolo universo: l’uomo, è la profondità, l’abisso insondabile.
L’abisso il quale non è nell’Universo infinito, nella unità collettiva planetaria e stellare, ma è nell’universo piccolo, nell’uomo, nella profondità oscura della sua coscienza, a cui non si assegnano limiti.
Subcoscienza, coscienza, incosciente, coscienza subliminale, individuo storico, personalità occulta, demone socratico, passioni, angeli, medianità, follia, intelligenza, mentalità superiore, bestialità, istinti, memoria, sogni, visioni, volontà divinizzante, virtù di ogni specie, vizi di tutte le categorie, ragione, sofferenze, gioia, amori, affetti, paure... in questo abisso vi troverete tutta la grande Enciclopedia del Larousse.
Il microcosmo diventa nella sua profondità piccola e insondabile, più sbalorditivo del macrocosmo, il quale non è nell’universo nostro piccolo così tangibile alla percezione come il pensiero che, in un momento di buio, lampeggia nella nostra psiche e ci sbalordisce per la sua luminosità.
Sondate nell’abisso e vi troverete la chiave delle religioni vecchie e nuove; ne estrarrete gli spiriti dei morti di oggi e le tavole giranti, il diavolo delle chiese, gli elementi di tutte le umane follie, la mutabilità delle opinioni, l’ondeggiare delle fedi, il mistico evangelo del divenire, S. Ignazio di Loyola e le teorie della schiavitù o dell’anarchia.
Procedete ora per esempi:
La sintesi del microcosmo è il corpo umano.
Gli organi interiori del corpo umano sono termini fissi, non movibili; non sono, cioè, capaci di spostamento nell’organismo sintetico.
Il cuore, i polmoni, il fegato, stanno nelle regioni ove compiono le loro funzioni particolari, né si spostano.
Ogni sintesi mobile è organismo a fattori o coefficienti fissi.
Il macrocosmo, cioè il mondo universo, unità sintetica immensa, deve considerarsi come mobile (sinteticamente spostabile) nel contenente infinito, a organi e fattori fissi, di mobilità apparente, o limitata a una orbita fissa e determinata.
Nel microcosmo (uomo) la vita è il prodotto delle funzioni equilibrate dei suoi organi.
Nel macrocosmo (universo) la vita è nell’attività dei suoi elementi, di cui ognuno è una sintesi organica (pianeti, gruppi stellari, sistemi solari).
Nell’uomo la lacerazione di una cellula epiteliale, la puntura di uno spillo, una pressione di qualunque punto periferico determina una sensazione tattile che può trasmutarsi in dolore e che fa vibrare anormalmente i centri sensibili e agisce sugli organi e sulle funzioni di essi, determinando uno squilibrio tenue o forte o fortissimo; le sensazioni non sarebbero che risultati di questi squilibri, stati brevissimi e rapidissimi che rompono la quiete funzionale della sintesi più piccola.
Nell’universo qualunque alterazione, anche normale, della funzionalità dei suoi organi, qualunque stato nuovo di condizioni di essere di un pianeta o di un sole lontanissimo miliardi di chilometri, determina sul resto del grande corpo sintetico, una riflessione sensazionale.
Se la pressione prolungata su di un’arteria brachiale arresta la circolazione dell’arto e si riflette sull’organismo umano più o meno tenuemente, l’interposizione di un pianeta fra un sole e il resto del sistema, deve modificare l’economia generale della vita planetaria in quel sistema ove ha luogo e oltre il sistema per riflesso.
Così nella tradizione egizia trassero origine l’astrologia e le influenze astrali nelle ipotesi del tolöm, il collegio sacerdotale che osservava le influenze degli astri.
Così nel microcosmo il mondo esteriore visibile determina le impressioni animiche e dall’abisso ignoto, fondo astrale dell’uomo, emergono forze, movimenti e vibrazioni insospettati. Così si stabiliscono le leggi della magia divinatoria. [Nota: l’abisso dell’uomo è il fondo astrale la cui etimologia è oscurità. Quindi l’abisso profondo e oscuro. La zona astrale dell’universo è ugualmente zona senza luce, cioè nera].


La successione storica delle idee è imprecisabile.
Nell’umanità, le idee generali si rincorrono e si rinnovano a cicli. Quali siano i fuochi di queste curve paraboliche per valutare i cicli non si sa. Sono ritorni a gruppi di creature sparite con la morte e rinate a continuare l’opera iniziale di altri tempi? Sono palpiti o pulsazioni della zona colloidale dell’universo, che espellono idee e immagini scomparse e non distrutte?...
L’uomo ha sempre cercato il libro sintetico, poco voluminoso, capace d’integrare i problemi insoluti.
Non una teoria, ma una chiave.
La chiave della Cabala è da ricercarsi, come quella dell’Alchimia degli alchimisti classici, padri involontari e insospettati dei dottori in chimica delle università moderne.
Il premio al rintracciatore della chiave è meravigliosamente cospicuo.
Il cofanetto in ferro contenente la verità è chiuso. Chi sa dove sia riposta la chiave! A un chiodo della dispensa? In fondo a un pozzo? Nel ciottolaio di Calandrino? Chi trova, apra e richiuda, conservi la chiave con cura, perché non lui perderebbe il tesoro, ma il tesoro sarebbe perduto per tutti...
Il diritto di proprietà è di ieri. Il possesso con un obbligo di servitù: conservarlo per sé, nasconderlo per sé, non farselo rubare, come nella vecchia lampada di Aladino.
E fu logico; la Magia era Ars Regia; l’alchimia Ars magna; sull’una e sull’altra pesava la concessione divina.
Il Filalete scrive il suo trattato magistrale di Alchimia indicando l’entrata per accedere al Palazzo del Re.
Far bene all’umanità è dei Rosacroce, ma scrigno chiuso e chiave in tasca.
V’è una seconda ragione a giustificare tale atteggiamento: la profanazione.
Colui che possederà il segreto, non lo donerà alle plebi: il tesoro del bene e del male si muta in un inferno di male se elargito agli immeritevoli e la corona è perduta.
Per arrivare al possesso era necessario un merito.
La filosofia della cabala è realizzatrice di potere, ma per intenderla ha bisogno di essere riconsultata.


In natura esiste tra le forme un legame indissolubile come fra tutte le sostanze.
Questo concetto unitario del macrocosmo unità universale, non è un saggio di difficile interpretazione dell’idea manifestante la non separazione delle cose.
La visione dell’Universo è relativa, ma dovunque e comunque armonica e di immagini legate e mai indipendenti. Questa unità nella natura esiste per impossibilità di separazione.
Eppure tutte le unità di forma e di sostanza, tutte le specie naturali sono unità per se stesse, solo perché istintivamente tendono alla separazione.
Un esempio: l’uomo. L’egoismo ne conserva l’unità.
Un istinto rudimentale dell’egoismo deve esistere in ogni specie dei tre regni naturali della convenzionale classifica scolastica.
Le forme di cristallizzazione, le forme di fioriture nei vegetali, le forme somatiche degli animali, sono istinti dell’egoismo separatore a cui tendono, senza riuscirvi, tutti gli individui e tutte le unità.
Il caos, nel segreto cabalistico, esclude l’idea della combinazione chimica e accentua quella della separazione come istinto, approssimandosi al miscuglio.
Se al caos fosse stato preposto il principio femminile che esiste e presiede alle forme nell’Universo, non vi sarebbero state forme, perché ciò che presiede alla fusione delle sostanze di natura separata è principio femminile a cui si dette nome di Amore negli esseri a forma umana.
L’odio è principio di separazione, l’egoismo nel momento della sua ribellione al mondo. Malgrado ogni ribellione, v’è un legame che non si rompe tra la volontà che non cede e il resto della natura.
L’individualità è un apparenza.
Il separando è l’enigma della magia dei grandi maghi ed è la sola finalità assoluta.
Una pianta in un prato e un cane che corre nella via che confina e si allontana dal prato, sono separati apparentemente: nel momento che guardiamo, noi dimentichiamo che cane e pianta respirano la stessa aria e toccano la stessa terra.
Noi che osserviamo ciò, tocchiamo la stessa terra e respiriamo l’aria stessa e dimentichiamo di essere parte congiunta e continua della visione esteriore.
Chi ci può dire se la visione non sia un semplice prodotto di questa continuità? e che è questa a darci il senso illusivo della separazione nostra dalle cose viste?
Giuliano Kremmerz