Il lunare si nutre del silenzio

Tutte le sensazioni, le impressioni, le informazioni sono percepite e provengono dal saturno e sono rielaborate e restituite in forma soggettiva dal lunare. Ma i nostri sensi non percepiscono la realtà, bensì ciò che essi sono in grado di percepire, in ciò influenzati anche dal nostro pensiero. Noi percepiamo solo una piccola gamma di suoni; vediamo solo cose che hanno una dimensione tale da renderle visibili e percepiamo la materia come qualcosa di solido, ma la scienza ci dice che essa è una vibrazione e il sasso differisce dal metallo per differenza di vibrazione.
Se ci fermiamo all'apparenza esteriore, ciò che in genere fa l'uomo comune, il silenzio è dannoso per il lunare, perché lo priva di informazioni da rielaborare e così lo impoverisce. Di ciò si rendono conto, istintivamente, molte persone, che non sanno stare in solitudine o non sopportano il silenzio. Ho conosciuto persone che pur di non restare sole sono pronte ad accompagnarsi con delinquenti, truffatori, imbroglioni e comunque gente con la quale un uomo appena evoluto non vorrebbe avere niente a che fare. Conosco persone che, vivendo sole, appena si svegliano o rientrano in casa accendono il televisore o la radio, ma poi prestano scarsa o nessuna attenzione a ciò che sentono.
Se le informazioni che giungono al e dal saturno sono fallaci, esiste un mondo di informazioni veritiere? Supponendo di sì, dobbiamo necessariamente dire che questo non è il mondo ordinario, bensì quello che chiameremmo mondo delle cause.
Osserviamo l'uomo: l'essere evoluto, ed entro certi limiti anche l'uomo comune, è creatura e creatore e in ciò, nel suo limite finito, egli è simile alla Prima Virtù, tenendo tuttavia conto che essa rappresenta l'esistente assoluto nel quale si manifesta, mentre l'uomo rappresenta la forma mutevole, sole l'una e luna l'altro nel simbolismo. Ma per essere tale, egli deve avere accesso al mondo delle cause, che non è quello degli effetti e cioè il saturno.
Se ipotizziamo che tale mondo esista, dobbiamo per forza porlo al di sopra, simbolicamente, del mondo degli effetti. Pertanto, per poter accedere a tale mondo è necessario separarsi, cioè mettere a tacere il mondo degli effetti: il saturno. Quindi, dobbiamo fare silenzio intorno a noi e dentro di noi affinché si sia in grado di percepire i messaggi provenienti dal mondo delle cause; ma silenzio non è solo il non parlare e il non ascoltare; silenzio è anche il non volere, cioè il rendersi strumento spesso passivo del mondo delle cause, non inquinandone il messaggio o l'azione con la volontà saturnia. In altre parole, il corpo umano diventa la casa, l'arca e lo strumento dello spirito-intelligenza che in esso risiede e le sue azioni sono la manifestazione visibile della volontà del suo spirito.
In questo secondo caso, il lunare non solo si nutre del silenzio, ma lo usa per separarsi ed evolvere.
Non volendo, tuttavia, fare soltanto cultura o sciorinare parole che restano tali, vediamo se è possibile dare un minimo di pratica per realizzare quanto sopra detto. Un primo obiettivo che l'uomo può porsi è quello di mettere ordine nei propri pensieri. Come realizzare ciò? Suggerirei, ma questa è una mia opinione personale e pertanto aperta all'errore, di cominciare con l'osservare la genesi dei pensieri che ci agitano. Essi comunemente scaturiscono da percezioni sensoriali esterne al nostro essere. Osserviamo i pensieri che ci sembrano utili e quelli che ci appaiono inutili e cominciamo col precludere alla nostra mente questi ultimi, o meglio facciamo tacere determinati stimoli che generano pensieri che non riteniamo a noi consoni. Tale operazione ci porta a separare una parte del mondo che ci circonda dal processo della genesi del pensiero. Portiamo avanti questa analisi e conseguente separazione fino a quando non riteniamo di aver escluso, o meglio messo a tacere, tutti quegli influssi che contribuiscono a rendere caotici i nostri pensieri.
Questo può essere un inizio per realizzare il silenzio e una volta realizzato questo primo obiettivo, l'essere è in grado di percepire il prosieguo della pratica.
Un altro elemento da prendere in considerazione è rappresentato dalle abitudini routinarie. Osservate come iniziate la giornata e vedrete che tutta la procedura, da quando vi alzate dal letto a quando uscite di casa, segue una routine ben precisa, ormai radicata nel vostro cervello. È probabile che anche in altre situazioni, magari lavorative o di svago, seguiate una routine ben precisa. Perché non tentare di invertire l'ordine nel quale si svolgono le diverse operazioni? Ma direi che non basta invertirle un giorno per poi creare un'altra routine: cambiamole ogni giorno, eseguiamole sempre in un ordine diverso e ciò ci consentirà di osservarci più da vicino.

Hahasiah