Riflessioni sul discorso segreto sulla montagna

In questo brano, attribuito a Ermete Trismegisto, sono contenuti alcuni dei princìpi fondamentali della filosofia ermetica. Il dialogo si svolge tra Ermete e il figlio Tat, che chiede al padre di essere messo a parte della "dottrina della rigenerazione", ricevendo la risposta che la condizione essenziale per comprendere tale dottrina è essere pronto a rendersi estraneo al mondo. Questo è il primo insegnamento, che nell'ermetismo è anche indicato col termine "separando". Se non ci si eleva al di sopra del piano materiale (il mondo) non si può percepire e comprendere la dottrina della rigenerazione e "le verità di questo tipo - prosegue Ermete -non si possono insegnare" ed è Dio stesso (ovvero, il Tutto, altro concetto caro agli ermetisti) a farle ricordare (si badi bene, dice ricordare non apprendere) quando vuole.
Alla richiesta di spiegare dettagliatamente la modalità della rigenerazione, Ermete risponde: "Che devo dirti, figliolo? Non ho da dirti che questo: vedendo in me una visione immateriale, prodotta dalla misericordia di Dio, sono uscito da me stesso per trasferirmi in un corpo immortale, e adesso non sono più quello che ero prima, ma sono stato generato nell'intelletto. Questa cosa non la si può insegnare, né la si può vedere con questo elemento materiale creato grazie al quale quaggiù è possibile vedere. Perciò, fra l'altro, mi sono disinteressato della mia forma composta precedente; non ho più colore né tatto né misura, ma sono ormai estraneo a tutto questo. Ora, figliolo, tu mi vedi con gli occhi, ma non puoi comprendere quello che io sono guardandomi con gli occhi del corpo e con la vista sensibile: non è con questi occhi che ora mi si può vedere, o figlio." Si tratta, dunque, di realizzare completamente la perfetta conoscenza e padronanza del piano mentale sul quale si muove l'uomo comune, per poi trasferirsi su un successivo e più elevato piano mentale, cioè l'intelletto, cosa che è impossibile insegnare e che non può vedere chi usa gli occhi intesi fisicamente, cioè chi è ancora calato nella materia, in quanto se si permane sul piano materiale si possono vedere solo le cose materiali nella loro forma apparente e ingannevole, mentre chi si eleva a un livello superiore abbandona le forme tridimensionali o materiali e riesce a percepire l'essenza che sta dietro l'apparenza della materia, la quale ultima, come l'intendiamo con la nostra mente finita, non esiste essendo nient'altro che un insieme di vibrazioni.
Una successiva domanda di Tat : "chi è l'operatore che origina la rigenerazione?" offre lo spunto a una risposta sulla quale è opportuno riflettere: "Il figlio di Dio, un essere umano". Si badi bene, non un Dio, bensì un figlio di Dio, un essere umano (ovviamente che rientra nelle condizioni esposte sopra) è l'artefice della rigenerazione, il che deve farci riflettere sull'assioma ermetico che "l'essere ha tutto in sé".
Il concetto dei diversi piani di esistenza e, quindi, coscienza è ribadito in un'altra risposta di Ermete: "la forma mortale cambia di giorno in giorno [...] come una cosa falsa" e pertanto non si può basare su di essa la comprensione del mondo; una cosa si può comprendere non dalla sua forma, bensì grazie alla sua potenza ed energia, in altre parole, solo abbandonando il piano materiale ed elevandosi su un piano superiore. L'insegnamento continua: "assopisci le percezioni del corpo, e si avrà allora la nascita della divinità; purìficati dalle punizioni irrazionali della materia." Egli elenca, poi, le dodici "punizioni" e cioè: ignoranza, afflizione, incontinenza, concupiscenza, ingiustizia, spirito di sopraffazione, inganno, invidia, frode, collera, avventatezza e malvagità. Subito dopo, elenca le dieci potenze in grado di neutralizzare le "punizioni": si tratta degli opposti di quanto elencato sopra e cioè: conoscenza, gioia, temperanza, fortezza, giustizia, spirito di comunione, verità (che è in definitiva il bene, che scaccia tutte le altre "punizioni"). Queste dieci potenze, una volta "tirate a sé", mettono in fuga le punizioni. In questo insegnamento è facile riconoscere la teoria della polarità propugnata dall'ermetismo: ogni cosa ha il suo opposto e gli opposti si toccano, in quanto essi non sono altro che i due aspetti, quello positivo e quello negativo (termini intesi nel senso dato loro nel linguaggio scientifico) di una medesima manifestazione, che si differenziano soltanto per grado o intensità di vibrazione; più bassa è l'intensità vibratoria, più si è vicini alla materia rozza; più intensa la vibrazione, più ci si avvicina allo spirito. Pertanto, il solo modo per scacciare le "punizioni" consiste nel cambiare l'intensità della vibrazione sul piano nel quale ciascuna di loro esiste e opera.
Quelle esposte sopra sono le modalità della rigenerazione, a seguito della quale si costituisce la generazione intellettuale e l'essere, "abbandonata la sensazione corporea, riconosce se stesso come costituito da queste potenze, e si rallegra".
Un altro insegnamento di Ermete è contenuto nella risposta data al figlio che chiede se questo nuovo corpo è mortale: "Non dire sciocchezze, non profferire cose impossibili, poiché commetteresti un peccato, e l'occhio del tuo intelletto sarebbe colto da contaminazione", il che sta ad indicare che se nel corso della rigenerazione si sbaglia strada e ci si avvicina a idee che non sono proprie dell'ermetismo, il proprio intelletto potrebbe restarne contaminato, con la conseguenza che non sarebbe più in grado di vedere chiaramente.
Il dialogo si chiude con la canonica raccomandazione a mantenere il silenzio su ciò che si scopre e si vede: "Avendo appreso questo da me, promettimi il silenzio riguardo a questo potere miracoloso, senza rivelare a nessuno, figlio mio, la trasmissione della rigenerazione, affinché non siamo annoverati tra i divulgatori".

Hahasiah