Considerazioni sull'amore

(Questo brano fu pubblicato da Hahasiah nel 1982 in La Porta Ermetica,
Edizioni Mediterranee, sotto lo pseudonimo di Nemo)

 

L’amore, nel senso ordinario e comune del termine, cioè l’amore dell’uomo comune, del genitore per il figlio, dell’innamorato per l’amata, dell’amico per l’amico, ecc., è costituito da un continuo scambio di energie psichiche che, come in un circolo formato dalle due persone, fluiscono liberamente, pervadendo e attraversando i due esseri.
Il circolo può essere formato da più persone e il risultato è pressoché lo stesso, con la differenza che l’eterogeneità maggiore delle energie crea un legame meno forte, tanto che nell’ambito del gruppo si formeranno degli ulteriori circoli, costituiti sempre da due persone maggiormente legate tra loro. Ciò vuol dire che tra quelle due persone le energie fluiscono più facilmente che fra le altre, per caratteristiche proprie delle due persone, e spiega perché nelle famiglie o nei gruppi di amici o in qualsiasi altro agglomerato di esseri umani un padre preferisce uno dei figli, un amico è più legato a un altro, un insegnante predilige un allievo e così via.
Quando si verifica il fenomeno che va sotto il nome di innamoramento, vuol dire che due persone sono riuscite a sintonizzarsi sulla trasmissione e ricezione ideali delle loro energie e fin quando non intervengono fattori esterni tale scambio continua e le due persone sono «innamorate». Queste due persone non devono necessariamente essere di sesso opposto, e qui torna utile ricordare i Dialoghi dell’amore di Platone, perché ciò che stiamo osservando non ha niente a che vedere con l’amore sessuale che potremmo considerare una sovrastruttura a questo scambio energetico o un’esasperazione inconsapevole dello stesso scambio, dettata dall’istinto della riproduzione.
Quando intervengono dei fattori esterni, e con ciò intendo esterni al circolo che si è creato tra i due ma non necessariamente esterni ai due singoli esseri fisici, lo scambio si attenua progressivamente per poi, a lungo andare, interrompersi, o si interrompe bruscamente e immediatamente. Potremmo trovare molti esempi di questi fattori esterni, ma ne citeremo solo alcuni, che poi esamineremo a fondo: la creazione di un circolo di scambio energetico più potente o efficace con un’altra persona; la realizzazione dell’inadeguatezza dello scambio energetico in atto; la morte fisica di uno dei due componenti il circolo.
In origine, lo scambio energetico è tale che dà fiducia e sostegno ad ambedue gli esseri. Una perdita di magnetismo o energia vitale per una qualsivoglia causa in uno dei due, viene automaticamente compensata dall’altro, sempre entro certi limiti, purché il circolo sia funzionante efficacemente e sia nelle condizioni ideali, espresse volgarmente con il termine di amore perfetto. E’ questo il caso dell’amore materno che risana il figliolo ammalato o del terapeuta che guarisce l’essere che ha fiducia in lui e si apre al libero fluire delle energie terapeutiche amorose del primo.
Ma il circolo, già in origine, può avere delle disfunzioni, dovute ad aspetti caratteriali dei due individui. Una persona, a esempio, per trovarsi nella situazione ideale, ha bisogno di cedere molte energie e tale persona potremmo definirla, a prescindere dalla sua natura fisica maschile o femminile, attiva o positiva (+) o, sempre con termine profano, egoista.
Esistono, ovviamente, varie gradazioni e le due persone qui prese come esempio sono ipotetiche e, probabilmente, inesistenti in tale precisa caratterizzazione. Se il circolo è formato da due persone del genere, o sottospecie che comunque rientrano in tale differenzazione, il circolo di scambio energetico avrà ottime probabilità di lunga esistenza (persona ++ con persona – – o persona +– con persona –+, ecc.); ma se esso è formato da persone con caratteristiche uguali (++ con ++, +– con +–, ecc.), allora il circolo formatosi per errore di valutazione sottile, non potrà continuare per lungo tempo. Questo spiega il secondo esempio di fattore esterno su riportato e, in parte, anche il primo, con la differenza che nel primo caso le persone implicate invece di essere ++ e ++ o varianti, potrebbero essere ++ e –+ o varianti.
Esempi di questo tipo li troviamo principalmente quando l’amore implica anche un rapporto più intimo o un tentativo di esasperare lo scambio energetico (due amanti o coniugi, due amici che coabitano o lavorano insieme, ecc.). Tutte le decisioni relative alla formazione di nuovi circoli di scambio sono quasi sempre di natura inconscia e vengono giustificate dall’individuo con varie motivazioni quali, a esempio, l’essersi innamorato di un’altra persona nel caso di coniugi o amanti, il desiderio di libertà e indipendenza nel caso di amici che lavorano o abitano insieme, ecc… E’ ovvio che il primo caso è più macroscopico, poiché esso implica tutta una serie di limitazioni sui due individui imposte dalle convenzioni, dall’egoismo, dall’orgoglio, ecc… Se, una volta realizzato che il circolo energetico non funziona al meglio, si tenta ugualmente di tenerlo in essere, si cade in una routine che non ha niente a che vedere con lo scambio di energie e nessuna delle due persone implicate trae alcun giovamento profondo e reale.
Il terzo esempio di fattore esterno che genera la rottura di questo circolo è la morte fisica di una delle due persone. In questo caso la persona che sopravvive si trova come un semicerchio, con energie che sfuggono da un estremo e che non vengono compensate da energie che affluiscono dall’altro estremo. Questa situazione, che può verificarsi anche negli altri due casi citati sopra, crea uno stato di scompenso energetico volgarmente chiamato dolore. Se la persona in tale stato riesce a chiudere il circolo rapidamente, a esempio collegandosi con un’altra persona, il «dolore», o scompenso energetico, si attenua fino a scomparire se lo scambio energetico appena creato è valido e riesce a sostituire il semicerchio non più esistente.
Ciò spiega perché quando un individuo subisce la perdita di una persona cara trova conforto in chi gli si avvicina con simpatia e apertura, pratica ancora conservata nelle condoglianze, purtroppo quasi sempre solo formali. Lo stato di dipendenza dell’individuo dal circolo di scambio energetico influisce notevolmente sulla possibilità di chiusura di un altro circolo o superamento dello stato di «dolore». Se il sopravvissuto è un individuo ++ e l’estinto era un individuo – –, sarà più facile per il sopravvissuto superare lo stato critico, mentre gli sarà più difficile se la situazione è l’opposto di quella esposta. Alcune persone non riescono più a chiudere il circolo e allora o congiungono le proprie estremità diventando autosufficienti o, dopo un tempo variabile, la fuga di energie le porta alla morte fisica.
Esistono, anche, persone che tale autosufficienza l’hanno raggiunta fin dai primi anni della loro esistenza e non sentono e non hanno mai sentito il bisogno di collegarsi ad altri per formare un circolo di flusso energetico che le tenga nel miglior stato vitale possibile. Tali persone praticano, forse spesso inconsciamente, una rigida economia delle loro risorse energetiche e riescono, senza l’ausilio di altri, a compensare qualsiasi scompenso si verifichi nel loro organismo, inteso non solo come organismo semplicemente fisico. Il circolo energetico, in tali persone, è autonomo ed è stato creato all’interno dello stesso individuo, tra parti diverse del suo essere, che altri o non individuano nel proprio essere o non sanno come sfruttare o sfruttano in modo ben diverso. Altre persone, invece, hanno bisogno dello scambio energetico come l’aria che respirano. I primi potrebbero essere, nella nostra società, i solitari, coloro che non cercano avidamente il contatto con gli altri, coloro che stanno realmente bene da soli, ma che nonostante ciò non rifuggono dal contatto. Il secondo tipo, sempre nella nostra società, è invece l’essere che non può stare solo, che ha bisogno di circondarsi dei suoi simili, che deve, dico deve, essere costantemente in contatto con almeno un’altra persona con cui formare un circolo di scambio energetico. Purtroppo, proprio per questa sua necessità, questo essere è esposto al rischio di creare troppi circoli di scambio energetico, con tutti i pericoli di inquinamento e di forte dispendio di energie che ciò comporta. Indubbiamente, tra i due tipi, il primo mi sembra più progredito sulla via dell’evoluzione, se non altro per una più esatta conoscenza e utilizzazione dell’organismo di cui la Natura lo ha dotato.
Come è stato accennato prima, ci sono casi di circoli di scambio energetico molto ampi, non costituiti da due sole persone, ma composti da grandi quantità di elementi. In tali casi il circolo che viene a formarsi deve avere un preciso punto di riferimento e più che circolo lo potremo chiamare catena. E’ il caso delle grandi catene animiche, generalmente con fini comuni, tenute da un vertice o punto di confluenza delle energie che, passando attraverso tale vertice, si purificano, si finalizzano e vengono spesso ridistribuite tra i partecipanti, con beneficio di tutti. Lo scambio energetico, o amore, in tali casi raggiunge proporzioni enormi e può essere utilizzato per vari scopi, anche per fini miracolosi, come avviene in tanti luoghi di pellegrinaggio o riunione di anime oranti. Tra gli esempi più comuni di tali catene possiamo prendere i partiti politici, le religioni, i popoli, le razze e le catene iniziatiche. Il limite di questi grandi circoli di scambio energetico consiste nell’eterogeneità e, molto spesso, nell’impurità delle energie scambiate e, quasi sempre, nell’assenza di un reale e vero fine comune, potentemente sentito e voluto in piena coscienza da tutti i partecipanti. Su questo argomento ritorneremo in seguito, ma qui possiamo dire che tra tutti gli esempi citati, la forma più pura, che pur sempre contiene limiti e quindi non è pura al 100%, è la catena iniziatica e ciò per vari motivi, tra i quali possiamo citare i seguenti: l’appartenente alla catena è scelto con cura e non preso a caso o per far numero; il numero è piuttosto limitato; il fine comune è stabilito a priori e a esso si adegua ogni componente; ogni appartenente alla catena compie pratiche di purificazione personale, il che conduce alla produzione di energie alquanto più pure di quelle prodotte da un essere comune; tra i componenti la catena, di solito sconosciuti gli uni agli altri, per quanto detto prima sorgono difficilmente motivi di inquinamento energetico. Per tutte queste ragioni le catene iniziatiche si sono sempre mantenute segrete e hanno limitato, scegliendoli con cura, il numero degli adepti.
Hahasiah