La legge del matrimonio

L’elemento più raffinato nella natura è femminile. La forza più grande e costruttiva è maschile. Più chiaro nel «vedere» è l’essere della donna. Più abile a realizzare il «visto» è l’uomo. L’occhio spirituale della donna vede sempre più lontano di quello dell’uomo; il potere spirituale dell’uomo è, invece, più grande nel realizzare quello che la donna vede. L’intuizione della donna precede quella dell’uomo come la colonna di fumo di giorno e la colonna di fuoco di notte precedeva il popolo eletto. Tra le donne ci sono molte più chiaroveggenti. Le donne sono anche le prime a concepire nuove verità spirituali, come sono anche le più fedeli alle tradizioni religiose, convinte dalla loro più profonda intuizione che la Chiesa sia la radice da cui un giorno fioriranno insieme ciò che oggi sembra diviso e nemico: religione e scienza.
La donna riconosce la verità direttamente, senza la faticosa deduzione intellettuale di causa ed effetto: ella «assale la verità». In tutti gli stadi di sviluppo animico la vista interiore della donna sarà più chiara di quella dell’uomo, ma l’uomo sarà sempre il più capace nel realizzare quello che la psiche femminile gli indica.
E per le specifiche capacità di un particolare uomo esiste soltanto una particolare veggenza femminile, che riconosce quando e come quelle specifiche capacità possono essere sviluppate nel modo migliore. Donna e Uomo sono come occhio e mano, in un vero matrimonio.
Lo spirito femminile è una parte necessaria e indispensabile dello spirito maschile. In altre sfere dell’esistenza, dove uomo e donna intendono meglio la loro vera condizione e hanno raggiunto il livello di questa condizione, una potenza fluisce da spirito a spirito, una potenza difficilmente immaginabile per la nostra povera fantasia. Perché in queste sfere dell’esistenza ogni pensiero, ogni ideale, ogni sogno diventano realtà. Dalle forze coniugate spirituali di un uomo e di una donna possono, in un’esistenza più bella, cristallizzarsi tutti i desideri in cose vive, come una perfezione.
La pietra angolare di questa forza è insita in ogni matrimonio dell’uomo giusto con la donna giusta, nel matrimonio eterno della fusione dell’essere nei predestinati. Per ogni uomo creato esiste una donna creata, che esiste solo per lui e con lui, l’unica esistente per lui in questo come in qualsiasi altro mondo. La loro vita eterna, quando tutti e due saranno diventati relativamente perfetti, quando avranno afferrato il senso della loro relazione, sarà un’eterna esaltazione d’amore.
Molti, che dall’eternità sono destinati l’uno per l’altra, oggi convivono infelici: ma attraverso altre reincarnazioni, come individui fisici diversi e con altri nomi, le loro anime più evolute si riconosceranno nuovamente. La vera donna di un uomo, sia che il suo spirito abbia un corpo come veicolo della vita fisica o no, è l’unico essere nell’Universo che può portare quest’uomo allo sviluppo della sua massima forza spirituale. E pensieri attinti da questa fonte hanno proprio la particolarità necessaria al suo intelletto. Proprio ciò che per il momento è utile alla sua opera, impresa o altra attività, la donna lo percepirà. E di nuovo: il vero sposo di una donna è l’unico essere nell’Universo cui è data la possibilità di realizzare la visione della donna. Questo scambio continuo di forze è l’Unità, il nuovo Essere, che essi creano; non i figli creati fisicamente. La donna, con la sua organizzazione psichica più sottile, è in grado di ricevere pensieri o, meglio, intuizioni di gradi più alti. Ella è la membrana più sensibile alle vibrazioni dell’oceano spirituale. Lui ha l’intelletto più forte per lo strato più rude della vita, per realizzare le intuizioni della donna nelle cose della terra. Però l’intelletto più alto, che riceve i pensieri più sottili e potenti, lui non lo possiede. Dietro tutti gli uomini grandi, in ogni fase o grado di sviluppo della vita, dietro ogni successo o ogni impresa esiste sempre, visibile o invisibile, una donna.
Oggi la donna ha più potere  e usa più potere di quello che lei sa. Ovunque agiscono le sue ispirazioni, delle quali l’uomo si rende soltanto conto secondo il proprio grado di sensibilità. Il beneficiato invece accetta senza sapere che è lei che dà e lei dona senza essere cosciente del suo dono. Quelli che vengono chiamati «i suoi pensieri superflui« o «grilli fantastici», questo fantasioso costruire castelli in aria di lei, è la terra fertile, dalla quale spuntano i germogli della realizzazione.
E’ una verità il fatto che idee preziose possono essere sperperate silenziosamente, senza scambiare parola. Peggio ancora, quando il pensiero più potente e più sottile fluisce verso un intelletto più grezzo e come scambio per il tesoro donato riceve delle onde spirituali più basse. Allora l’essere superiore pensa e sente e agisce al di sotto del suo livello e pensa pensieri a lui inferiori, i pensieri estranei del suo compagno disuguale.
La donna non è l’essere più debole, ma solo il vaso più raffinato, che porta in sé il vino celeste della spiritualità. Lei è per l’uomo quello che è l’ago magnetico della bussola per il timone della nave. Siccome rappresenta lo strumento più delicato, ha bisogno di più protezione, come il marinaio protegge la sua bussola o sestante da influenze disturbanti. Se questo strumento, creato per registrare le intuizioni più alte, viene esposto alla natura più dura, (cioè: costretta a fare il lavoro di un uomo) diventa insensibile, perde la sensitività ed è l’uomo che risente del danno, perché lo strumento del quale lui ha abusato non può più indicargli la via.
Per questo Cristo disse a Maria che lei aveva scelto la parte migliore, non essendosi abbassata ad ancella come Martha.
E’ proprio della nostra barbarie il vedere il lavoro di casa come mestiere femminile. Questo lavoro tra quattro pareti, dove fare da mangiare, fare i letti, badare ai bambini e mille altri doveri che cadono in una sola mattina su una donna, è molto più spossante che non arare o dedicarsi ad altre singole attività, sia di lavoro artigianale, agricolo o di ufficio. Perché più cose uno deve tenere in testa, più forza spirituale consuma per inviarla nelle varie direzioni.
Se una donna viene sfruttata in tal modo, perde la capacità di ricevere nuove idee, si ottunde, perché la forza necessaria per queste è stata cambiata in forza muscolare. Se d’altro canto l’uomo sfacchina troppo, diminuisce la sua capacità di captare le intuizioni della donna.
Un uomo, che non può o non vuole riconoscere questa relazione con la sua vera donna, somiglia a un marinaio che è in possesso di una bussola senza però adoperarla. Se deride continuamente quanto ella dice, le sue idee o impressioni o presentimenti, renderà l’intelletto della donna insensibile, la sua intuizione atrofizzata e seppellirà la sorgente delle sue ispirazioni. In questo modo, egli interrompe i collegamenti con le correnti superiori dei pensieri creativi dell’essere femminile. Rovinerà la sua salute e quella della compagna. Recherà danno all’intelletto di ambedue e trascinerà lui e lei ai livelli più bassi e grezzi della vita.
Queste sono parti e forze che formano tutt’uno, uniti dalla saggezza infinita. La leggenda, che Minerva sia nata dal capo di Giove in piena armatura, è il simbolo per l’origine più alta della saggezza femminile. Ella porta con sé conoscenze dai mondi superiori come barre d’oro; è il compito dell’uomo secondo il suo sapere e le sue capacità creare da queste forme, forme di bellezza.
Spesso ci si domanda: «Perché le donne hanno compiuto così poco paragonate alle opere dell’uomo, nella tecnica e in altri campi d’attività?».
Essendo la donna portatrice di pensieri, la messaggera del cielo, tutte le opere sono l’insieme delle sue azioni invisibili. Lei dava, senza sapere di dare e l’uomo prendeva senza sapere di prendere, poiché nessuno dei due sapeva che la vera e più grande parte è nella metà invisibile della vita, che ha dei tentacoli spirituali che vanno ben oltre il corpo fisico. Fili sensibilissimi che si toccano, fondono e si scambiano elementi invisibili: i pensieri! Così la donna ha sempre compiuto la sua opera. L’adorazione del mondo cattolico per la vergine Maria ha origine da quel profondo rispetto per il veicolo sublime che ha potuto trasmettere al mondo terrestre Cristo, la saggezza più alta.
Non prima che l’uomo avrà imparato a venerare l’elemento femminile, come portatore dell’Agens, il messaggero della visione più alta, egli sarà un illuminato.
La donna, divenuta cosciente della sua vera relazione verso l’uomo, ha il dovere di chiedere il riconoscimento del suo valore, non come una megera urlante ma come una regina fiera ed amorevole, attenta di piacere, ma ferma nella determinazione di piacere e aiutare secondo il suo modo di vedere. Se si abbandona a valori inferiori è responsabile di tutte le pene che ne deriveranno per entrambi. Ognuno si deve conquistare la giustizia per sé. Dal momento che siamo consci del nostro valore per altri, dobbiamo insegnare anche agli altri a riconoscere questo valore. Se non lo vedono, non dobbiamo dare, finché non hanno imparato a vederlo. Se continuiamo a dare quando i nostri doni vengono disprezzati, siamo noi i peccatori più grandi! Perché, così facendo, noi sprechiamo coscientemente questo bene sublime del quale la coscienza eterna ci permea.
Simpatia è forza. Se uno spirito superiore pensa spesso a una persona inferiore, invia a questa una corrente di forza, ispirazione ed energia. Siccome però in cambio non riceve lo stesso, ne soffrirà il corpo e l’anima. Egli dà oro e riceve ferro. L’intelletto inferiore, che si nutre vampiricamente, è capace di assorbire solo una parte del dono sublime, la parte che appunto cade ancora sotto la sua sfera spirituale, il resto va perduto inutilmente. Questo spirito inferiore potrebbe però essere anche il coniuge, ancora non maturato alla consapevolezza del suo sposo eterno.
Uomo o donna cominciano a capire il vero valore della loro unione quando si uniscono col desiderio di rendersi più sani spiritualmente, cioè quando si sono posti una meta grande che riempie loro la vita.
Riconosceranno che ogni pensiero banale, basso e grezzo è un danno anche per l’altro; che questo pensiero, se continuato, diventerà dannoso per tutti e due. Ambedue ambiranno a diventare forze in evoluzione per il bene di tutti. Quando l’uomo si renderà conto come lo spirito femminile pone nuovi pensieri in lui, sorgente continua di limpide conoscenze; quando la donna sarà cosciente della potenza infinita di lui, che realizza nella realtà quello che a lei non è possibile, allora vi sarà vero matrimonio.
Il loro cammino comune sarà allora indirizzato verso la conoscenza che emana dalla preghiera per la saggezza. Allora vestiranno il loro spirito con nuova carne! Allora saranno sul sentiero verso le forze miracolose dell’uomo interiore, diventeranno reciprocamente guaritori e guide, uscendo dall’oggi per entrare in un domani più potente, più puro.
Sacerdoti di molte religioni sono costretti a rinunciare al matrimonio, non perché il matrimonio nel senso suo più alto li abbasserebbe, ma perché la donna di un vero sacerdote, cioè di un uomo quasi divino, come parte sua spirituale, non può esistere nella parte visibile della vita, ma manda le ispirazioni per la sua anima dal mondo invisibile. Se un tale uomo fosse legato a un’altra donna, questo costituirebbe un muro, un elemento più grossolano che lo dividerebbe dalla compagna sacerdotale: cioè la sua vera donna con la quale sarà unito nuovamente durante una qualsiasi forma di esistenza. E’ invero impossibile agli uomini e alle leggi umane dividere coloro che sono predestinati l’uno per l’altra dall’eternità.
Fa parte delle possibilità dell’essere che uno dei due veri sposi sia reincarnato e l’altro conduca la sua esistenza nell’invisibile. Forse il futuro troverà la possibilità di creare un possibile contatto reale tra i due, attraverso una continua fusione di pensieri. Se quest’uomo iniziasse una profonda relazione con un’altra donna durante la vita, sarebbe sempre più allontanato dalla sua vera sposa, verrebbe creata una nuova barriera tra lui e lei. Solo dopo tante esistenze e reincarnazioni forse riuscirà ad avere abbastanza forza spirituale per riconoscere quella che veramente è destinata a lui.